La recente finanziaria approvata dall’Assemblea regionale siciliana ha bloccato l’iter della gestione privata degli ATO idrici, impegna la Regione a dotarsi entro un anno di un provvedimento che organizzi la gestione integrata del servizio e fornisce alle amministrazioni locali i parametri necessari per le cessazioni delle convenzioni in atto con i gestori privati: se l’attuazione del piano di potenziamento del servizio (presentato quando la società ha assunto il controllo del servizio idrico) ha raggiunto almeno il 40% si dovrà aspettare la scadenza naturale. Se inferiore al 40% i Comuni possono rivolgersi al COVIRI ( Comitato di vigilanza nazionale ) che darà il proprio parere per la rescissione del contratto (vedi su www.agrigentoinformazione.it).
L’ARS ha ripristinato la gestione pubblica dell’acqua nel territorio siciliano approvando un emendamento del PD, che però, a livello nazionale, non sta appoggiando la raccolta delle firme per il referendum.
Non sappiamo cosa abbia inciso di più per arrivare a questa decisione da parte della nostra Assemblea regionale: la volontà espressa da oltre 140 consigli comunali, l’attivazione di comitati civici in moltissimi comuni, la mobilitazione sulla rete con molte pagine e dossier sull’argomento, la necessità per il PD siciliano di “giustificare” il proprio appoggio al governo Lombardo o altro ancora.
Certo è che adesso più che mai l’attenzione deve essere massima per evitare qualunque altra decisione che contenga elementi di pericolo nelle direzioni – entrambe dannose – di ingresso dei privati con fini di lucro o di gestione inefficiente del pubblico, come è stato finora.
I dossier e le molte pagine sulla rete sono esaustivi per comprendere la portata della posta in gioco: quasi 6 miliardi di euro da amministrare in 30 anni, ingenti finanziamenti a fondo perduto dell’Unione Europea, la discesa in campo di imprenditori discussi (Pisante, Gulino, Di Vincenzo, ecc.). D’altra parte la gestione portata avanti fino ad ora, priva di criteri di efficienza grazie ad una dirigenza sensibile solo a interessi politici e clientelari, ha fatto sì che si accumulassero perdite su perdite : 50 milioni di debiti coperti solo sulla carta da crediti difficilmente riscuotibili (Comune di Catania e cittadini morosi). Per questo e tanto altro invitiamo a leggere l’interessante dossier Acqua dell’Associazione Lavori in corso.
L’acquaiolo nella Cavalleria rusticana (una comparsa di scarso rilievo) non avrebbe mai immaginato che portare acqua nelle case potesse far fruttare molto di più di qualche centesimo di mancia, così come quell’ignoto signore, armato di tavola di legno scorrevole su rotelle, che portava (con i bidoni riempiti nella fontana di P. Majorana) l’acqua nelle case, prive di impianto idrico, delle prostitute di San Berillo vecchio.
Leggi su Argo Cittadini e comuni siciliani in difesa dell’acqua pubblica
Acqua pubblica. Parte la raccolta delle firme
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