Il Teatro non ha fondi. Ne aveva già pochi e ora il governo li ha ulteriormente tagliati, ignorando che la cultura è il pane dell’ anima.
Parte da Catania una iniziativa originale e coraggiosa, quella di promuovere una campagna di riscoperta e tutela del teatro d’arte. Offrire produzioni artistiche di qualità, abbattendo i costi di realizzazione e di gestione pur senza nulla chiedere, nessun biglietto d’ingresso costoso o economico che sia.
Niente botteghino; solo un cappello alla fine dello spettacolo, un cappello nel quale puoi lasciare ciò che credi, quel che vuoi, pochi centesimi o migliaia di euro, per finanziare un opera e un’iniziativa che reputi bella, interessante, valida. E un modo, altresì, per creare tra pubblico e artisti un dialogo che spesso abbonati e fruitori classici ignorano.
Inventore di questa iniziativa un regista non catanese ma che spesso ha lavorato a Catania, Lamberto Pugelli, affiancato da una serie di partner culturali tra i quali l’Università di Catania e da un comitato d’onore formato da attori, scrittori, registi, giornalisti, uomini di cultura.
Alcuni spettacoli sono già stati messi in scena, come quello sull’esclusione, bellissimo ed emozionante, creato e recitato da Massimo Foschi nell’auditorium del Benedettini. “Il nostro teatro è la città -si legge consultando il sito – Il teatro agisce nella società e per la società. Il cittadino può essere protagonista della rinascita culturale della propria terra”. E scusate se è poco.
Leggete l’articolo di Pinella Leocata su La Sicilia del 7 febbraio 2010 100207 ingresso libero
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