Da anni Legambiente tiene d’occhio una delle più caratterstiche e preziose aree ambientali della nostra provincia, della Sicilia e dell’Italia intera, l‘Oasi del Simeto. Dichiarata nel 1984 “riserva naturale” per la sua importanza come luogo di sosta e di nidificazione di uccelli migratori, è stata costantemente minacciata dall’abusivismo edilizio.
Le costruzioni abusive sono sorte sia nella zona di massima protezione (zona A), sia in quella considerata “preriserva” (zona B).
Nel novembre del 2009 Legambiente ha presentato una denunzia alla Procura della Repubblica per cercare di arrestare la distruzione di una vasta area della zona B e perchè vengano individuate le eventuali responsabilità degli enti preposti alla sua tutela. La riserva è, infatti, di proprietà del Comune, ma la sua gestione è affidata alla Provincia.
Secondo il Comunicato di Legambiente, il dirigente provinciale dell’Ufficio Gestione Riserve naturali ha risposto alle denunce dichirando che l’area ““è caratterizzata da varie attività artigianali più o meno da tempo presenti”. La risposta dell’associazione ambientalista non si è fatta attendere: la realizzazione di capannoni e parcheggi (utilizzati da ditte di autotrasporto) non può esere negata. E’ stata, infatti, accertata dal Nucleo Operativo Provinciale del Corpo Forestale e dal Distaccamento Forestale di Catania. L’esame di cartografie e foto aeree e satellitari fornisce una ulteriore prova della distruzione dell’area naturalistica “nell’arco di tempo a partire dal quale la riserva è gestita dalla Provincia Regionale di Catania (1988)”.
Legambiente ha inoltre accertato che “la Provincia Regionale di Catania (a firma del Capo VII Dipartimento) aveva autorizzato in passato interventi di trasformazione dei luoghi e di bonifica con la finalità dichiarata di evitare “ristagni di acqua piovana”, in evidente contrasto con quanto disposto dal regolamento della riserva naturale.”
La Provincia avrebbe, quindi, non solo omesso di svolgere adeguati controlli, ma si sarebbe anche macchaita di complicità con chi intendeva modificare i luoghi senza rispettare le necessarie regole. La gestione delle acque in una zona “umida” non si può certo affidare all’improvvisazione e l’Oasi deve il suo elevato interesse ornitologico proprio alla presenza di specie legate alle zone umide.
Le costruzioni abusive nell’area dell’Oasi sono apparse vari decenni addietro. Alla fine degli anni ottanta c’era stato un tentativo di frenare l’abusivismo ed erano state effettuate delle demolizioni. Poi un lungo intervallo di permissivismo. L’incendio doloso nell’ufficio riordino urbanistico del comune di Catania aveva fatto sì che alcuni funzionari comunali, architetti e ingegneri finissero in manette con l’accusa di aver falsificato le domande di sanatoria a favore degli abusivi. Lo leggiamo sulla Repubblica del 4 Ottobre 1999.
Subito dopo un altro intervento di demolizione da parte della giunta Bianco, con l’operazione denominata “Proserpina”. In un’intervista radiofonica a “Radio24”, Bianco afferma che, prima di lui, le ordinanze di demolizione venivano di norma firmate dal sindaco e poi non eseguite. Si accettava tacitamente che si perdessero nei meandri della burocrazia. Troppi grossi gli interessi in gioco.
Non mancano le responsabilità della Regione, che, nonostante abbia ben 20.000 dipendenti, ne ha destinato solo 9 alla Provincia di Catania per effettuare i controlli sulle due oasi di sua competenza.
Di recente è stata rinvenuta all’interno dell’Oasi persino una discarica abusiva, individuata dal nucleo navale della Guardia di finanza di Catania. Lo leggiamo nel Comunicato Ansa del settembre 2009.
L’Oasi del Simeto è ciò che resta di un antico e vasto ecosistema palustre, che va salvaguardato. Solo la miopia di cui soffriamo ci impedisce di coglierne l’interesse non solo ambientalistico ma anche turistico e quindi economico. Distruggendolo rischiamo, infatti, di danneggiare un luogo che attira l’interesse di studiosi, amanti della natura, turisti, ….
Leggi il testo integrale del Comunicato di Legambiente
Ascolta su Radio 24 la trasmissione Un abuso al giorno toglie il codice d’intorno sulla cementificazione dell’Oasi del Simeto
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