Nelle ultime scene di “Miracolo a Milano” le biciclette servivano ai protagonisti per muoversi, finalmente, in direzione di un mondo migliore. Nelle più importanti città europee l’attenzione verso questo mezzo di trasporto è in continua crescita. Ciò significa piste ciclabili, cicloposteggi e sviluppo di campagne di sensibilizzazione, soprattutto verso gli automobilisti “distratti”.
Apparentemente tutti concordano sull’opportunità e sulla necessità di incentivare la mobilità sostenibile. Anche Catania vuole partecipare al “miracolo”. A novembre 2009 è stato firmato, dal Comune di Catania, dalla Provincia Regionale e dal C.S.A. (Provveditorato agli Studi), un protocollo di intesa per realizzare il progetto “Promozione della mobilità ciclistica: Scuola in bici” , finanziato – con un milione di Euro – dal Ministero dell’Ambiente.
Il progetto prevede una serie di azioni integrate per promuovere, tra gli studenti e il personale docente e non docente di circa venti Istituti superiori di II grado, la mobilità sostenibile e a basso impatto ambientale.
Sul Corriere del Sud on line si può leggere: “L’ intervento individua negli alunni (con età variabile tra 14 e 18) anni il target cui indirizzare il progetto: questo prevede azioni e servizi come una campagna di sensibilizzazione e comunicazione ; seminari tematici, raccolta e analisi dati sulle abitudini di mobilità scuola-casa di studenti e personale docente; attività di alfabetizzazione alla mobilità sostenibile. Inoltre è prevista una fornitura e la realizzazione del servizio di Bike Sharing mediante l’acquisto di 150 biciclette personalizzate a pedali, 100 bici elettriche a pedalata assistita, 19 totem da collocare nelle stazioni di distribuzione, 250 cicloposteggi singoli e 19 stazioni di distribuzione dei mezzi a due ruote. Il servizio di Bike Sharing è totalmente gratuito”.
Si concretizzerà il “miracolo”? Una prima contestazione è mossa da Massimo Mingrino (responsabile politiche comunali del PdCI): “In una città come Catania devastata da un traffico caotico che mette a repentaglio l’incolumità di pedoni e ciclisti ci vogliono raccontare la fiaba dell’incentivo della bici. E poi, un milione di Euro per 250 biciclette? Questo significa spendere 4.000 a bici. E se invece usassimo 150 bici da città a 300 cadauna? La spesa sarebbe di 45.000; mettiamo altre mille a unità per delle ottime bici elettriche, che moltiplicate per 100 fa centomila, il totale parco bici avrebbe un costo di 145.000 Euro. Dove diavolo finiscono i rimanenti 855.000”?
Ma, soprattutto, vista la quasi totale assenza di piste ciclabili che senso ha tutto questo? Chi scrive va regolarmente al lavoro in bici e conosce bene le notevoli difficoltà per poter utilizzare “in sicurezza” un tale mezzo. Se l’obiettivo del progetto non è quello di incentivare gli incidenti, proponiamo di avviarlo solo a patto di un chiaro impegno, con tempi certi di realizzazione, rispetto alla costruzione delle piste.
Purtroppo, né i fatti del passato, né la cronaca recente invitano all’ottimismo. C’è, infatti, da meditare su quanto pubblicato il 2/04/2007 in un sito della Unione Europea (Panorama europeo – Notizie dagli Stati membri): “Entro la fine del 2007 Catania avrà la prima pista ciclabile. Una spesa di tre milioni di euro per un percorso complessivo di 4,5 km. Per la realizzazione del progetto sono stati stanziati 3 milioni di euro, di cui 1mln è finanziato dai fondi della Comunità europea, 1mln dalla Regione e 1mln dal Comune. Il progetto di costruzione del percorso ciclabile è stato presentato lo scorso 1° febbraio dall’assessore ai Lavori pubblici Filippo Drago in una conferenza stampa. In quella sede tutti i presenti, tra cui il progettista Marina Galeazzi, il direttore dei lavori Ugo Mirone ed il tecnico dell’Istica Cecos Dario Consoli, hanno posto l’accento sull’importanza dell’intervento che, una volta concluso, contribuirà a modernizzare la città”. Una volta concluso, appunto.
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