Povera facoltà di Scienze politiche di Catania. Come se non bastasse la contestatissima laurea honoris causa consegnata al palazzinaro Caltagirone, adesso un’ altra tegola si è abbattuta sulla facoltà, una volta simbolo di battaglie avanzate e condivise. Ora una studentessa (che pare non resterà l’unica) accusa il professore Elio Rossitto (sì proprio lui, quello rinviato a giudizio per tangenti e poi assolto), docente dell’Ateneo catanese e della Kore di Salvo Andò, di aver preteso favori sessuali in cambio di voti e considerazione in sede di esami. Della serie “Dare lira , vedere cammello; non dare lira non vedere cammello”. Niente carinerie sessuali, insomma, uguale bocciatura all’esame. Un vero e proprio ricatto sessuale che sarebbe avvenuto nella stanza di un motel di seconda categoria. La circostanza, probabilmente, non avrebbe avuto questo seguito se la studentessa non avesse chiamato le telecamere delle Jene a documentare e riprendere. “Professore che ci fa qui? “Non cercate di farmi un servizio alla Marrazzo”- cerca di stopparle Rossitto- “Siamo venuti a prendere un registro”. Che il motel sia una sede distaccata dell’Università? Ma no. La ragazza che non ci sta, dice tutt’altro. Il professore sarebbe aduso a questi adescamenti, gli esami a porte chiuse, il piedino e poi la richiesta esplicita “Ci fidanziamo per dieci minuti?”
Adesso sono guai: la Procura iscrive Rossitto nel registro degli indagati per tentativo di concussione e tentativo di ricatti sessuali e anche l’amministrazione dell’Università di Catania provvede ad avviare la contestazione degli addebiti nei confronti del professore. Il rettore Recca, poi, firma un ordine del giorno aggiuntivo per la prossima seduta del Senato accademico con il quale propone la sospensione cautelativa del docente.
Ma lui nega tutto. Anzi rilancia. Sarebbe vittima di un tranello, una trappola mortale tesagli da questa diabolica studentessa che lo ha trascinato nella stanza del motel, lui ignaro di tutto.
La notizia rimbalza sui giornali nazionali mentre gli studenti della facoltà invocano le dimissioni del docente. Al suo fianco scende in campo Toni Zermo, inossidabile inviato de La Sicilia e suo amico di vecchia data. Sulle pagine del quotidiano gli dedica mezza pagina, apertura e spalla, un pezzo e un’intervista in cui raccoglie le angustie del professore: “Sono caduto in una trappola, un po’ da cretino, un po’ da maschilista”.
Povera mammoletta! Non l’avremmo mai detto che uno che è uscito vittorioso da vicende giudiziarie, che è stato consigliere di due presidenti della Regione, studioso e docente, nonchè amministratore pubblico, si facesse giocare così da una ragazzina di venti anni.
Vedi l’intervista della studentessa che lo ha denunciato; un’intervista a un’altra studentessa; il servizio di LineaTG pubblicate su Youtube da SiciliaWeb
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