Un processo, quello a Mario Ciancio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che dovrebbe essere, vista l’importanza del personaggio, al centro dell’attenzione. Il dibattimento procede, invece, a fari spenti, come se alla Città non interessasse interrogarsi sulla propria storia. Per rompere
“Dall’analisi del fenomeno mafioso alla cittadinanza attiva” è il tema scelto per il ciclo, giunto alla nona edizione, di seminari interdisciplinari intitolati a Giambattista Scidà su ‘Territorio, migrazione, ambiente e mafie’, organizzato dal Dipartimento di Scienze Umanistiche in collaborazione con
“Serve un’antimafia che innanzitutto sia costruita attraverso la formazione e la cultura. Un’antimafia che cresca nei quartieri, nel territorio, tra i giovani, tra le varie categorie sociali e produttive, nelle associazioni di volontariato. Un’antimafia dell’impegno concreto. Deve scomparire l’antimafia dei salotti, dei
Raccontare la verità, questo il fine che Pippo Fava perseguiva non solo nella scrittura, da giornalista, scrittore e autore di teatro, ma anche nella pittura. La produzione pittorica di Fava è stata studiata soprattutto da Giovanna Berenice Mori, autrice del saggio “Giuseppe
“Pippo Fava muore il 5 gennaio del 1984. Gli sparano cinque colpi alla testa. Tutti mirati alla nuca. Per ammazzarlo e per sfregiarlo. Chi nasce al Sud sa bene che non tutti i modi di ammazzare sono uguali. Alle mafie non basta
Un acronimo ma anche un simbolo, quello di FILI, il Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno, rappresentato da un gomitolo in cui si avvolgono un gran numero di fili che rendono visivamente la complessità della lotta alla mafia. Il festival, organizzato da Libera
“Far sviluppare progressivamente nelle nuove generazioni un pensiero critico, in grado di saper distinguere e di elaborare opinioni fondate su un documentato approfondimento”, questo il ruolo dell’insegnamento universitario e scolastico, secondo Antonio Pioletti. Professore emerito e fondatore dei Laboratori “Territorio, ambiente e
Aziende, proprietà immobiliari, risorse finanziarie: i sequestri e le confische dei beni appartenenti a famiglie mafiose crescono, tanto che si prospetta l’ipotesi di esportare il modello della confisca ad altri tipi di reato. Sulla carta sembrerebbe che
Una iniziativa itinerante per conoscere le esperienze di gestione dei beni confiscati alla mafia presenti nella nostra isola. Sono più di quindicimila questi beni e ognuno di essi ha una storia, storie positive e negative, di abbandono, di malaffare ma anche di
Una sala dedicata a Pippo Fava, con un murale che lo rappresenta al tavolo di lavoro, accanto alla sua macchina da scrivere. L’inaugurazione è avvenuta giovedì 23 luglio, negli Uffici della Geotrans, alla zona industriale, in un contesto che
I “rapporti di contiguità e vicinanza” tra Ciancio e la mafia catanese sono stati riconosciuti dagli stessi giudici di Corte d’Appello che gli hanno restituito i beni nel marzo dello scorso anno. Ma la conferma sulla natura di questi rapporti e la