Sembra una barzelletta. Di quelle surreali, che fanno ridere per non piangere. Ma è tutto vero, documentato e persino finanziato: a Catania, con i fondi del Decreto Caivano e si spenderanno 10 milioni di euro per demolire una scuola e ricostruirla a 40 metri di distanza. Quaranta metri. Praticamente il salto in lungo dell’assurdo.
Di chi è il capolavoro? Impossibile dirlo. Sindaco, vicesindaco, direttore dell’Urbanistica: il genio è collettivo, e nessuno si sogna di rivendicarne la paternità.
Il piano è semplice e, al tempo stesso, sconcertante: abbattere l’istituto Dusmet-Doria (già Livio Tempesta) di via Plaia per spostarlo pochi passi più in là, sui resti dell’ex conceria.
Operazione che prevede, tramite esproprio, l’acquisto del terreno dell’ex conceria (per 360 mila euro), la demolizione e la ricostruzione. Per un totale che raggiunge i 10 milioni.
Ora, qualcuno potrà obiettare che c’erano alternative più sensate.
In effetti c’erano: 80 associazioni – tra cui urbanisti, architetti, docenti universitari, ex prefetti – avevano proposto una ristrutturazione dell’edificio esistente.
Costi molto più bassi, zero consumo di suolo e risorse redistribuite tra le scuole del quartiere. Per la nascita di Patti educativi, la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per garantire il tempo pieno. Proposta intelligente, quindi scartata senza neanche far finta di ascoltare.
Perché il vero obiettivo non è l’educazione, ma l’operazione immobiliare. Il decreto Caivano è stato piegato e distorto fino all’inverosimile: non rigenerazione urbana a fini sociali di un quartiere fragilissimo ma operazione di recupero di alcuni spazi a fini turistici. Così la priorità non sono i bambini nè il diritto allo studio, né il tempo pieno che a Catania resta una chimera: 10 bambini su 100 ne fruiscono, contro l’80% dei ragazzini di Milano, Torino, Bologna.
Il vero colpo di genio è un altro: liberare l’area oggi occupata dalla scuola. Qualcuno dice “riqualificazione”, altri più maliziosi parlano già di “affari”.
Ma ne riparleremo. Per ora basti dire che, mentre il resto d’Italia cerca di costruire scuole migliori, qui si spende una fortuna per spostarne una di 40 metri. Questa non è solo una follia urbanistica. È un insulto. Ai bambini, ai cittadini, all’intelligenza.
E soprattutto, è l’ennesima dimostrazione che dove c’è da spendere male, l’amministrazione di Catania non sbaglia mai un colpo.

Qualcuno conosce il proprietario del terreno dell’ex conceria di via Plaia? Ho cercato su internet ma non ho trovato nulla.
Il vice sindaco credo che non avra’vla fortuna o la sfortuna di vedere il cantiere …verra’ a breve sostituito lui e’ un docente universitario non un urbanista.. mi rammarica constatare che la pensa anni luce lontano dai bisogni dei mostri bimbi ne della societa’ civile che vive nel degrado e nellincuria .. si pensa ai pomeriggi Bomber e serate danzanti quando a 10mt una bara testimoniata la morte delle attività commerciali in zona.. e di chiudere le attività storiche del Castello Ursino e creare ztl per i pochi turisti che ne usufruiranno mordi e fuggi Trantino rischia con le deleghe assegnate di non essere rieletto quindi corre ai ripari perché non si può prendere la Metropolitana laddove non esiste neppure una strada urbanizzata al buio pesto e assegnare un servizio di porta a porta a chi non ha al seguito scope e ramazze per pulire a terra come le maestranze di Pantano DArci ai tempi di Oraxio D’antoni e Rosario Millauro …. il degrado regna sovrano da san Cristoforo ai villaggi a mare in contrada Vaccarizzo che ahime’ e’ sconosciuta dagli assessori all’ambiente e urbanistica… devo ringraziare Avv Buceti e la x Commissione urbanistica se hanno redatto un documento d’indirizzo ancora monco di un documento programmatico… le nostre belle spiagge di sabbia fine e dorata il sindaco e la Giunta non sa neppure doce si trovano.. sono convinti chevesiste solo la Playa.. e nonboltre sncora Catania.. . 41 anni di storia…infinita come la tela di Penelope .. di giorno creo di notte. .. distruggo… COME VI CAPISCO … l’anarezza e tanta e spero che ci sia uno scatto di orgoglio misto al coraggio che l’amministrazione non possiede… il Sindaco dov’e’? Mi piacerebbe stringergli la mano…impossibile delega sempre il vice… 🙏😥
dalla scheda di descrizione dell’intervento si evince però che ci sarà un risanamento e riqualificazione della struttura esistente, ed invece sorgerà un nuovo edificio a 40 m con asilo nido, palestra, verde ecc…chissà…
Nella scheda progettuale del Comune di Catania, relativa al futuro dell’Istituto Dusmet-Doria, si legge una formula quanto mai ambigua: si parla di “interventi di risanamento della struttura”, “demolizione con ricostruzione di esso (sic!)”, e contemporaneamente di “realizzazione di un nuovo istituto”. Di tutto un po’.
Chi conosce le dinamiche interne al Palazzo legge in questa vaghezza una strategia: un modo per schermarsi dalle critiche della società civile e tenersi le mani libere. Una sorta di “Excusatio non petita, accusatio manifesta”.
Noi, che non abbiamo accesso ai segreti del Palazzo, ci atteniamo ai fatti. E i fatti dicono che pochi giorni fa il Consiglio Comunale ha approvato una delibera per reiterare il vincolo preordinato all’esproprio sull’area dell’ex Conceria, dove dovrebbe sorgere la nuova sede dell’Istituto Dusmet-Doria.
Nella stessa delibera si legge chiaramente:
“Nell’ambito del programma di interventi per il quartiere San Cristoforo è prevista la realizzazione di un nuovo plesso scolastico destinato a ospitare la sede dell’Istituto Comprensivo Dusmet-Doria (plesso via Plaia) e di un nuovo asilo comunale. L’intervento interesserà il compendio immobiliare dell’ex Conceria e le aree limitrofe, attualmente di proprietà privata.”
In un’altra scheda progettuale, sempre dedicata agli interventi per San Cristoforo, si afferma – ancora una volta in modo poco chiaro – che, una volta realizzata la nuova sede scolastica, l’area attualmente occupata dalla Dusmet ospiterà un centro urbano per i servizi sociali territoriali (Macroarea 2 – “Progetto di realizzazione centro urbano per servizio sociale territoriale”).
Dunque, allo stato attuale, la direzione sembra definita: la Dusmet-Doria verrà trasferita nell’area dell’ex Conceria, mentre la sede attuale sarà destinata a un centro per i servizi sociali. Un metti qui e sposta là , come in un carosello impazzito.
Quale sia la logica dietro queste scelte – che appaiono confuse, dispendiose e non giustificate – resta un mistero.
Se l’amministrazione decidesse di rivedere le proprie decisioni e accogliere le proposte della società civile – più sensate, ragionevoli ed economicamente sostenibili – saremmo i primi a rallegrarcene.
Ma c’è anche una questione di metodo: i fondi stanziati dal decreto Caivano, nati per contrastare la povertà educativa e il disagio sociale, sono stati destinati a opere infrastrutturali spesso scollegate dalle vere esigenze del quartiere. Per scuole e asili, infatti, erano disponibili le risorse del PNRR: non era necessario intaccare i fondi Caivano.
E sullo sfondo, silenziosa ma ingombrante, resta la questione dell’ex cementificio: un’area alle spalle della Dusmet-Doria, da tempo oggetto di interessi e appetiti speculativi. Su questo torneremo.