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Una discarica in paradiso. Nasce il comitato contro la megadiscarica di Ispica

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“Siamo gli abitanti della contrada Lanzagallo. Una piccola contrada di campagna a cavallo fra i comuni di Modica e Ispica, una zona incontaminata, di grande pregio naturalistico, a vocazione agricola, zootecnica e turistica. Abbiamo scelto di abitarvi per la sua ricchezza paesaggistica, per l’incantevole visuale sulla costa e per quel senso di pace che solo un posto come Lanzagallo sa trasmetterti dall’alba al tramonto. Amiamo le peculiarità della macchia mediterranea, la natura calcarea e la ricchezza archeologica del complesso, le due cave intriganti con scorci non tanto dissimili da quelli che si possono ammirare nella ben più nota cava d’Ispica”.

Non è l’inizio di una poetica descrizione naturalistica, ma la premessa di un documento ‘da battaglia’, elaborato da un gruppo di residenti, scesi in campo contro la costruzione – in quest’area – di una discarica per i rifiuti urbani residui (RUR), i rifiuti domestici non recuperabili, che comunemente chiamiamo “indifferenziato”.

Anche se oggi esistono moderni criteri di progettazione delle discariche, in grado di minimizzare l’impatto sull’ambiente, una discarica è sempre una discarica. Avremmo comunque, scrivono i residenti, “500.000 mc di cemento armato” e “un contenitore destinato ad accogliere le frazioni residuali dei rifiuti di tutta la provincia in una contrada di enorme valore paesaggistico e ambientale”.

La notizia sconvolgente dell’arrivo della discarica, li ha indotti ad attivarsi per reperire, innanzi tutto, la documentazione relativa al progetto.
“Abbiamo così appreso di un Piano Provinciale Gestione dei Rifiuti così come da ultima delibera del Commissario Straordinario con i poteri del Consiglio – Aggiornamento del Piano Provinciale Gestione dei Rifiuti (P.P.G.R.) alla data di ottobre 2018.
Dal 2018 al 2021 quindi, il processo decisionale per la localizzazione del sito è stato avviato di concerto fra l’ufficio ambiente della ex provincia e l’ufficio tecnico della SRR fino alla individuazione di vari siti potenzialmente candidabili. Tali siti sono stati individuati per esclusione, scartando tutte le aree attorno ai centri urbani e alle borgate per un raggio di 3 KM e le aree forestali e quelle sottoposte a vincolo, le aree vincolate dal piano paesaggistico, etc….
Sulle pochissime aree residuali, nel corso dell’iter approvativo del Piano Provinciale Gestione Rifiuti di Ragusa (PPGR) avvenuto nel 2018, a seguito anche di incontri e conferenze con le parti sociali, l’assemblea dei sindaci ne individuò tre, nella seduta di approvazione finale del PPGR del 19/09/2018 così come da verbale della stessa seduta.

Le tre aree designate sono Cava dei Modicani (già discarica in territorio ragusano), la macro-area I ricadente fra i comuni di Acate/Vittoria e la macro-area VII a-b ricadente fra i comuni di Modica e Ispica.
Nel luglio 2021, l’assemblea della SRR è stata convocata per ratifica del piano d’ambito, già adottato dal CDA della SRR, con intenzione che quest’area di contrada Lanzagallo potrebbe ospitare il primo sito di conferimento per poi passare al sito di Acate. In tale occasione si è così votato con maggioranza
schiacciante di tutti i comuni non ospitanti a svantaggio di Ispica, Modica, Acate e Pozzallo.”

Sono stati proprio questi Comuni, “temendo problemi legati alla vivibilità e soprattutto allo sviluppo turistico”, a fare ricorso al TAR di Catania, sia contro la scelta inopportuna del luogo sia per alcune presunte illegittimità, tecniche e politiche, del procedimento. La prima udienza, fissata per il 24 Marzo 2022, è stata rinviata più volte per esaminare “il sopraggiunto ricorso del comune di Vittoria e per necessarie integrazioni di documentazione.” La prossima è fissata per l’8 giugno.

Nel frattempo i residenti si sono costituiti in Comitato e stanno valutando se non fare anch’essi ricorso al Tar ‘ad adiuvandum’, intervenendo cioè nel procedimento già iniziato per sostenere le ragioni dei Comuni e scongiurare il pericolo ambientale nonchè l’esproprio delle loro abitazioni e proprietà.

Si tratta di una cinquantina, tra famiglie e attività, e non intendono demordere: “Contrasteremo fermamente e con ogni mezzo la prosecuzione dell’iter progettuale della SRR ato 7 e chiediamo sostegno attivo alla presente amministrazione comunale ed alla popolazione locale, a coloro che sono legati a questo territorio dalla presenza delle loro attività produttive, già pesantemente minacciate dalle crisi in atto, persone profondamente legate alla loro terra, che preservino le loro radici e guardino ad un futuro più luminoso.”

E in effetti, nel territorio di Lanzagallo, è iniziato da qualche anno a questa parte un fermento di acquisizioni di vecchi fabbricati rurali che sono stati ristrutturati, in parte per dar vita a residenze stabili e non solo stagionali, in parte per avviare attività economiche in grado di fornire un’offerta turistica di pregio e di respiro internazionale. Lo sviluppo di questo turismo non di massa, in grado di coinvolgere utenti desiderosi di conoscere il nostro territorio nei suoi aspetti più peculiari, dalle tradizioni culinarie all’artigianato locale, rappresenta una interessante possibilità di sviluppo. Che la discarica certamente non favorirebbe.

2 Comments

  1. bisogna intraprendere una lotta feroce per evitare le discariche in tutte le parti della sicilia. Sono causa di gravi malattie e distruggono uomini e cose. E’ mai possibile che nonostante gli impegni assunti nessuno è in condizione di impedire questo lento avvelenamento della nostra isola?

  2. Ciò che sembra assurdo in tema di gestione dei rifiuti è la superficialità che caratterizza il modus operandi di molti amministratori del distretto provinciale e della Regione.
    Folle, assurda e scellerata risulta la volontà di sceglere quale via più semplice l’individuazione di una nuova discarica, senza nessuna visione del territorio, condannando i più fragili, peggio con imboscate politiche tra sindaci o l’allargamento di quelle già sature.

    Nel 2023, non si può e non si dovrebbe più parlare di discariche né qui né nei territori limitrofi.

    Le scelte devono essere altre : sostenibili ed ecocompatibili e fonte di un potenziale valore per il territorio: biomasse, termovalorizzatori di ultima generazione, riciclo e riqualificazione dei rifiuti umidi in soluzioni compost, ecc.dovrebbero costituire la via preferenziale della Regione, in primis, creando distretti industriali accettabili.

    Chiedo agli amministratori di difendere il territorio e perseguire una strada più lungimirante e ampiamente condivisa.

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