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Sant’Agata d’agosto, ancora ombre sulla gestione delle candelore

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fercolo san'Agata esce dalla cattedrale

Anche ad agosto Catania dedica alcuni giorni di festa alla sua santa patrona, sant’Agata. Viene ricordato il ritorno in patria, da Costantinopoli, delle sue reliquie, e i festeggiamenti hanno il loro momento culminate nella giornata del 17 agosto.

E’ una festa in tono minore, rispetto a quella, grandiosa, di febbraio, ma è comunque un momento in cui la città fa i conti con tutto quello che questa celebrazione rappresenta, nei suoi aspetti caratteristici e affascinanti ma anche nei suoi aspetti inquietanti.

Tra questi l’utilizzo della festa, da parte della mafia, come strumento di affermazione del proprio potere.

Proprio per contrastare la presenza della mafia nella festa, da più di 15 anni è nato il “Comitato per la legalità nella festa di S.Agata”, espressione di un gruppo di associazioni cittadine, che si è battuto affinché sia la Chiesa locale sia l’Amministrazione comunale stabilissero regole certe, tali da escludere gli appartenenti a cosche mafiose dalla gestione dei festeggiamenti.

Alcuni obiettivi sono stati raggiunti. Dal 2015 l’Arcidiocesi ed il Comune di Catania hanno costituito il “Comitato per la Festa di Sant’Agata nella città di Catania”, con ben sette regolamenti: da quello per la processione a quello che stabilisce le modalità di partecipazione delle candelore fino a quello relativo ai fuochi pirotecnici. Trovate a questo link il documento che li raccoglie.

Ma i regolamenti, pur importanti, corrono il rischio di rimanere sulla carta. Ecco che, nonostante i passi avanti compiuti, le ombre che gravavano sulla festa non sono del tutto scomparse. Rimangono problematici soprattutto la gestione delle candelore, a cui è legato un circuito di donazioni e quindi di soldi che non si sa bene a quanto ammontino e dove finiscano, e quella dei torcioni.

Le pesantissime candele dovrebbero essere accese solo in determinati spazi per evitare che il gocciolamento della cera crei problemi di sicurezza, come accaduto in varie occasioni, in particolare con la morte del giovane Andrea Capuano.

Il controllo su questi e altri comportamenti lascia ancora a desiderare. Lo dimostra il Comunicato del Comitato per la legalità nella festa di sant’Agata che qui pubblichiamo.

Le associazioni delle candelore prendano posizione contro la mafia

“Ancora una volta il clan mafioso dei Santapaola-Ercolano utilizza la festa religiosa di Sant’Agata per ostentare e affermare il potere mafioso”. Questo il commento del procuratore aggiunto Agata Santonocito in occasione delle rivelazioni dello scorso luglio sui contatti tra alcune associazioni di candelore con boss mafiosi.

In vista di questi sviluppi, il Comitato per la legalità chiede che le associazioni delle candelore, in occasione delle celebrazioni per il ritorno delle reliquie di S. Agata a Catania, il prossimo 17 agosto, si dichiarino una volta per tutte apertamente contro la mafia.

Il 10 luglio 2025, le forze dell’ordine, nel corso dell’operazione “Naumachia”, hanno scoperto che, nel febbraio del 2022, sul cereo dei pescivendoli è stato esposto uno stendardo rosso con il nome Banana, pseudonimo del boss detenuto Giovanni Nizza, alleato dei Santapaola. La scoperta è avvenuta dopo l’arresto di Rosaria Nicolosi, moglie dello stesso boss, accusata di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Le autorità, infatti, esaminando il profilo internet della Nicolosi, hanno rinvenuto le immagini risalenti al 2022 dello stendardo con il soprannome del boss. Registrazioni in carcere hanno rivelato che il boss Nizza si vantava dello stesso stendardo.

Aggiungiamo che, secondo informazioni giornalistiche, il 5 febbraio 2025, la candelora dei pizzicagnoli si esibiva nella annacata davanti al panificio di Salvatore Litteri, genero del boss mafioso Turi Cappello.

Renato Camarda, Maria Teresa Ciancio, Nunzio Famoso, Marco Gurrieri

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Introduzione

regolamento comunale

(eliminare il trasposto dei ceri accesi e il conseguente stato di rischio delle strade – morto il giovane Andrea Capuano nel 2010)

ordinanze del sindaco

regolamento della diocesi per il conferimento dell’incarico di maestro del fercolo

la gara pubblica per lo smaltimento della cera

accaparramento dei cerei da parte dei clan mafiosi

Dalla gestione dei “cerei” si ricavavano vantaggi economici o sotto forma di “offerte” settimanali, a cui si aggiungeva poi il regolare “pizzo”, o sotto forma di pagamento di una somma giornaliera che di fatto rappresentava la modalità dell’estorsione.

Come scrivevamo ….

“Basta poco, infatti, basta la mancata osservanza di alcune prescrizioni per permettere alla criminalità organizzata di inserirsi nella festa, in modo anche surrettizio, trasformandola in un’occasione per far valere il prestigio dei propri capi o per perseguire oscuri interessi.”

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