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San Berillo, l’Osservatorio non si arrende. Anzi rilancia

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Solo un’esperienza estemporanea e un po’ naif? Parrebbe di no. L’Osservatorio Urbano e Laboratorio Politico per Catania, nato per interloquire con l’Amministrazione comunale che aveva proposto per San Berillo – nel Piano urbano integrato – interventi più che altro di facciata, non significativi per la complessa e difficile situazione del quartiere, esiste ancora.

Raccoglie associazioni che operano da tempo nel quartiere, da Trame di quartiere al Centro Astalli, o che si affacciano alla realtà cittadina (Fermento urbano), un sindacato che si occupa dell’abitare come il Sunia, la parrocchia, residenti dell’area, e via discorrendo.

E’ gia importante che queste componenti, che comunque continuano ad essere attive in modo indipendente, si confrontino per cercare strategie di risposta alle esigenze delle persone più fragili che lì vivono, dal problema della residenza anagrafica che manca ai senza dimora e li esclude da ogni diritto, al coinvogimento delle “unità di strada” nell’assistenza a chi sulla strada continua a dormirci, per scelta o per necessità, alla interlocuzione con le autorità civili e religiose, con il sindaco, l’imam, il vescovo, allo scopo di pungolarli, segnalare le criticità, richiedere precisi interventi. Un’interlocuzione che vuole essere vera, continuativa, non di un incontro e via, basato su due parole e quattro promesse, soprattutto da parte dell’Amministrazione.

Nel frattempo il gruppo operativo dell’Osservatorio che ha scelto di occuparsi soprattutto della presenza sul territorio continua ad essere attivo in momenti di condivisione, in via Buda, in via Carro e strade limitrofe, momenti di musica e sport, canti e chitarra suonata insieme, ping pong, partitine di calcio con porte improvvisate, in cui si mescolano giovani e meno giovani, bianchi e neri, gambiani, senegalesi, tunisini, marocchini (superando i contrasti tra loro) e catanesi doc, in un clima di fiducia e di serena allegria. Si pensa persino di organizzare una vera squadra di quartiere, con tanto di allenatore e presidente, una squadra ufficiale da iscrivere in Terza Categoria, la “San Berillo Calcio”.

Non solo per contaminarsi, trascorrere il tempo serenamente, costruire rapporti, incanalare positivamente energie, ma anche per ‘appropriarsi’ del quartiere nel senso di imparare a sentirlo proprio e quindi anche a curarlo. E non perdere la speranza.

Accade così che ragazzi della Gambia Youths puliscano le stradine più frequentate. Accade che ci si trovi in chiesa accanto a chi mai pensavi di trovarci. Accade che ci si ritrovi insieme a scambiarsi notizie sulla salute di Sara e a decidere cosa fare per lei che è sopravvissuta all’incendio e può ancora avere bisogno di aiuto. La vivace penna, poetica e visionaria, di Nino Bellia ce ne dà notizia nelle pagine dei Quaderni di San Berillo, pubblicate nel profilo Fb dell’Osservatorio, che vale la pena di leggere.

Restano aperte tante domande. Quanto durerà questo fervore? Quali saranno le sue ricadute? La risposta non c’è, ma intanto integrazione e senso di appartenenza al quartiere crescono. Da parte di tutti. E certo non è male.

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