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Maurizio Costanzo, tra consigli per gli acquisti e arretramento culturale

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Dario Stazzone, studioso di italianistica all’Università di Catania e infaticabile presidente del comitato catanese della Società Dante Alighieri, presenta una riflessione, sicuramente non agiografica, sulla televisione e, più in generale, sulla complessiva proposta culturale di Maurizio Costanzo. Una lettura critica che, a partire dall’analisi del Maurizio Costanzo Show, denuncia quanto spettacolarizzazione e superficialità abbiano purtroppo contribuito alla “degenerazione antropologica degli italiani”.

Maurizio Costanzo. Fu vera gloria? Il “Maurizio Costanzo Show” è stato certamente un’importante piazza mediatica, ma non ho mai sopportato la superficialità con cui si mescolava alto e basso, con cui si confondeva tutto in una spettacolarizzazione indistinta, scandita dai soliti “consigli per gli acquisti”, con cui si lanciavano certi guitti, con cui alcuni personaggi boderline erano indotti sistematicamente ad esplodere, con cui talune persone, anche di considerevole valore intellettuale, si degradavano trasformandosi in maschere grottesche (per tutti il triste esempio di Mughini).

Imperdonabile il lancio di un personaggio come Sgarbi, lezioni di Storia dell’arte banalissime, arroganza e insopportabile volgarità verbale: da ragazzo, proprio osservando Sgarbi, ne traevo un monito, pensavo che la cultura, gli studi umanistici possono determinare crescita e maturità intellettuale o la chiusura in un arrogante e vuoto narcisismo.

Costanzo ha gravi responsabilità nell’avere promosso la più deleteria forma di televisione commerciale, nell’avere promosso format ripugnanti come “Uomini e donne” o “Amici”, espressione e causa della degenerazione antropologica degli italiani. In modo ancor più evidente e rozzo del “Maurizio Costanzo Show” questi format hanno accentuato la cinica manipolazione dei presenti, la loro reificazione, la loro degradazione in merce: penso a quella povera anziana, orribilmente imbellettata, che si esibiva ballando sul cubo, un’anziana catanese ferocemente strappata alla dignità della sua età. Lo stesso dicasi della manipolazione di giovani corpi a fini commerciali (e penso a Pasolini, “Salò”).

Certo si evoca oggi la nobilitante puntata dedicata alla mafia, l’attentato ai Parioli, qualche momento alto di televisione d’impegno. Ma chi ha avuto intelligenza e capacità come Costanzo è tanto più colpevole, tanto più reo dell’arretramento culturale del paese. C’è un nesso profondo tra le trasmissioni di cui abbiamo parlato e il “berlusconismo”. L’ho sempre detto e lo ribadisco pensando all’incipit del “Ludus de morte Claudii”: “Dei morti non si dice niente se non bene?”.

8 Comments

  1. Dopo giorni e giorni di osannanti testimonianze finalmente una voce obiettiva e pacata da un altro punto di osservazione della lunga e incisiva presenza quotidiana dei vari programmi a cui ha dato vita Maurizio Costanzo. Grazie.

  2. il funerale di Costanzo ha fornito la prova della banalità degli esempi lanciati in TV . Solo rappresentazione e stupide moine. Per il resto momentanea pubblicità offerta ai guitti del momento. Del resto si perviene a queste conslusioni guardando anche per pochi attimi gli spettacoli mandati in onda. Donne ed uomini messi in berlina alla ricerca del grande amore dietro un compenso che trasudava dall’atteggiamento delle povere vittime. Nulla di costruttivo o di intelligente . Banalità e superficialità ovunque. Anche il riso suscitato da un momentaneo litigio era banale ed insignificante. Tutto volgeva verso una volgarità insopportabile .Del resto basta seguire le vicende del funerale fatto di lacrime di devoti . Sembrava di assistere ad una processione di persone votate ai santi. Credo che neanche Dante Alighieri avrebbe gradito simili esternazioni.

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