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Docente esperto, abbiamo ancora (poco) tempo per fermarli

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“Docente esperto”, se ne è discusso il 30 agosto nella Commissione Cultura del Senato, se ne parlerà nelle Commissioni Bilancio e Finanze e, infine, il provvedimento sarà presentato, il 6 settembre, in aula. Quasi tutte le forze politiche sono propense ad approvare l’articolo 38 del decreto legge 115 che contiene le disposizioni in materia di “docente esperto”.

Su un tema che riguarda questioni cruciali per il futuro non solo della scuola riteniamo fondamentale che la società civile non rimanga in silenzio, per questo abbiamo chiesto ai nostri lettori e a chiunque fosse interessato di contribuire alla discussione. Anche se è molto difficile ottenere un ripensamento, quanto meno non potremo essere accusati di non averci provato.

Con questo spirito, proponiamo, l’intervento di Alessandra Sinatra, docente di Storia e Filosofia.

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DL Aiuti bis del 09/08/2022, Art 38 : il docente… sperto, pardon ‘esperto’.

Premetto che nella mia non breve esperienza scolastica di veri docenti esperti ne ho incontrati diversi, dai quali ho cercato di apprendere e che spesso hanno contribuito, grazie alla loro maggiore esperienza o alla loro più vasta cultura, ad aiutarmi a risolvere problemi, a sorreggermi nei momenti di difficoltà sempre con grande umiltà, e se anche si sentivano in quei momenti migliori di me, e certamente lo erano, non mi hanno mai fatto pesare le loro qualità.

Ecco questa è l’immagine che ho cara dei colleghi, che diventano un supporto, amici con i quali scambiare opinioni sempre nel rispetto reciproco e uniti dalla condivisione di un’idea di scuola che mira alla formazione oltre che all’istruzione degli alunni. Un gruppo di persone che apprezza le qualità di tutti e cerca di far emergere il meglio da tutti. Certo, poi ci sono anche altri tipi di colleghi, ma di questi non vale la pena di parlare.

Adesso leggo che si vuole un docente esperto per legge! Una esigua minoranza che come recita l’art 38 non avrà “nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento” ma siccome avrà superato ben “3 percorsi formativi consecutivi…” potrà avere un assegno annuale di euro 5.650.

Chi ha avuto esperienza sana, di scuola, non può non vedere come l’introduzione di questa figura che non si differenzierà dagli altri docenti se non per la qualifica di “esperto” e dei soldi in più, sia una trovata demenziale, inutile ai fini del miglioramento della scuola e foriera solo di future divisioni e malumori.

Ma forse è proprio qesto l’intento, minare sempre di più la solidarietà e la collaborazione tra gli insegnanti, fare in modo che rispondano solo a chi può dargli qualche spicciolo in più o farlo sentire importante perché ha superato ben “3 percorsi consecutivi di formazione”, perché sta facendo “carriera”. Se non fosse triste e avvilente ci sarebbe da ridere per le trovate geniali dei nostri governanti.

Praticamente stanno realizzando il peggio, se così si può dire, della “Buona scuola” di renziana memoria, lì si parlava di “carriera”, di docente “mentor” e di fantomatici “innovatori naturali”, adesso è la volta del “docente esperto”.

Infine una parola sui percorsi di formazione: da chi saranno tenuti e quali i contenuti? A quale idea di docente pensano? Esperto in cosa? Aspetto culturale disciplinare, didattico, psicologico, caratteriale? Dimenticavo digitale

Ma se davvero riuscissero a produrre un tale fenomeno, riunire in una sola persona tutte queste qualità in modo eccellente saremmo davvero di fronte ad un miracolo divino! In realtà le cose sono un po’ diverse, mi vorrei limitare ad elencare alcune caratteristiche che dovrebbe possedere non dico un esperto ma un buon insegnante.

  1. Conoscenza e padronanza della disciplina insegnata
  2. Capacità didattiche, ovvero saper insegnare e farsi capire dagli alunni
  3. Grado di cultura generale che permetta all’insegnante di ampliare conoscenze e orizzonti suoi e degli studenti
  4. Simpatia, carisma, capacità relazionali per coinvolgere anche emotivamente gli alunni meno motivati

Chi ricorda la sua esperienza di alunno e ancora di più, chi ha insegnato per un tempo ragionevole, sa che raramente in una sola persona si trovano al massimo grado tutte le sopracitate caratteristiche.

C’è chi è molto preparato ma stenta a farsi capire o a suscitare le giuste motivazioni allo studio, c’è chi è meno preparato ma riesce a coinvolgere gli studenti e a farli lavorare etc etc. Il nostro lavoro, per quanti sforzi possano fare gli statistici, non si presta ad una valutazione basata sul conteggio delle ore (che non sono solo quelle di “cattedra”), né tantomeno su assurdi e spesso inutili “corsi di formazione”

E allora che fare? Se non si riuscisse a far eliminare questa norma spero che ci sia una vera protesta di tutti i docenti e che tutti si rifiutino di partecipare a questa losca lotteria. Ma temo che non sarà facile, come ho scritto all’inizio ci sono tanti tipi di colleghi e. tra questi, tanti che non vedranno l’ora di fregiarsi del titolo di “esperto” per legge, e chi li fermerà più !?

1 Comments

  1. Esperto ? in cosa? L’introduzione di questa figura, non definita, e quindi non utile, rientra in una visione verticistica della organizzazione dei processi formativi per dividere la solidarietà del collegio e asservirne una parte.
    Oltre a “dividere”il collegio docenti, l’introduzione di questa “figura” aprirà” nuove occasioni di guadagni per “corsi” – anche loro non ben definiti – che dovrebbero consentire ai docenti di avere attribuita questa indefinita qualifica.

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