Catania sta perdendo, in modo irreversibile, verde pubblico, centri di quartiere, scuole ed altri servizi di cui è peraltro carente.
E tutto ciò accade perché la Direzione Urbanistica ha concesso, e concede, a privati di costruire, per lo più supermercati, in aree che il Piano regolatore ha riservato a servizi pubblici utili alla collettività.
A nostro avviso, questi permessi sono illegittimi e lo abbiamo denunciato all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (ARTA) e alla Procura della Repubblica, indicando con precisione le norme che sono state violate.
Inoltre, abbiamo provato a interloquire con il Comune, inviando una lettera al Sindaco, firmata da trenta associazioni e da centinaia di cittadini.
Anche se gli occhi di Argo sulla città non sono proprio cento, guardarci attorno, capire di cosa la città abbia bisogno e impegnarci per realizzarlo è nel DNA del nostro blog, per questo ci è sembrato inaccettabile tacere, e ci piacerebbe che, più in generale, tutti i cittadini si preoccupassero del progressivo degrado urbano, che sembra procedere ineluttabilmente.
La Procura indagherà, con i suoi tempi, ma gli Enti Locali, sia la Regione sia il Comune, hanno scelto di non rispondere al nostro esposto, di tacere.
Riteniamo questo silenzio colpevole nei confronti della Città, e non ci arrendiamo.
Il regolamento dello Statuto Comunale prevede forme di partecipazione popolare che individuano, tra l’altro, la possibilità di interlocuzione tra cittadini, singoli o associati, e amministratori.
Ieri è stata inviata da Argo Catania una richiesta ufficiale di audizione alle Commissioni Consiliari di Urbanistica e Lavori Pubblici, con il coinvolgimento del Presidente del Consiglio Comunale, dell’Assessore all’Urbanistica e del vicesindaco Bonaccorsi che, oltre a sostituire il sindaco, sospeso dalle sue funzioni dopo la condanna per peculato (appropriazione indebita di denaro pubblico), è anche assessore alla Legalità e alla Trasparenza.
Ad essi intendiamo esporre, in modo circostanziato, i casi di permessi per costruire non rispondenti alle prescrizioni del Piano Regolatore Generale, tuttora vigente, e dannosi per gli interessi della collettività.
Le norme del regolamento dello statuto comunale prevedono che l’audizione sia disposta entro trenta giorni dalla ricezione della domanda. O negata in modo motivato. Non è previsto che venga ignorata, come è accaduto con gli esposti già presentati.
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Attendiamo quindi che ci venga, al più presto, indicata una data per l’incontro richiesto e ci auguriamo che il confronto con i Consiglieri comunali consenta di allargare e approfondire la riflessione sull’uso delle aree cittadine destinate a pubblici servizi e sulla correttezza dell’operato dei pubblici funzionari.
Nessuno potrà dire di non essere al corrente.