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Quattro domande ad un amico di Al Jazeera

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Logo Al JazeeraNel contesto della crisi medio-orientale è di recente emersa una contrapposizione fra Arabia Saudita ed Israele, da una parte, ed il Qatar dall’altra sul tipo di informazione fornito dalla testata Al Jazeera.
Abbiamo avuto l’opportunità di porre alcune domande ad un nostro amico giornalista di Al Jazeera, Shadley Lombard.
Ecco, a seguire, le nostre domande e relative risposte.

  • Al Jazeera è al centro di una crisi tra alcuni Stati arabi e il Qatar. L’Azienda ha informato i suoi dipendenti circa la crisi ? Se è stato così, puoi spiegare come?

La direzione AJ non ha informato il personale della crisi attuale. A mio avviso questo è un approccio strategico per evitare di disturbare la produzione dei notiziari h24 e per sdrammatizzare la crisi. La natura dei notiziari h24 è tale da non fermarsi durante qualsiasi evento o crisi. Il nostro compito è quello di continuare a lavorare regolarmente e di fornire input dal punto vista di un giornalismo che racconta i fatti.

  • Sai se Al Jazeera ha pianificato di ristrutturare le sue attività nel prossimo futuro? La rimodulazione comporterebbe delle riduzioni?

Non credo che AJ procederà a ristrutturazioni nel prossimo futuro. Non credo neanche che ci saranno delle riduzioni delle spese, infatti credo che AJ si rafforzerà con la crisi del Qatar continuando a fornire servizi che costituiscono parte del motivo per cui si sta verificando l’embargo. Chiaramente la copertura degli avvenimenti da parte di AJ nella regione evidenzia l’approccio unilaterale dei media nell’area. AJ mira a fornire servizi obiettivi a prescindere dalla politica di qualsiasi governo locale.

  • Arabia Saudita, Israele ed altri paesi hanno recentemente chiuso l’attività locale di AJ. Sai se il personale impegnato in questi uffici è stato ricollocato dal network o licenziato?

L’attività in Israele non è stata chiusa. Ritengo che le credenziali di alcuni giornalisti siano state revocate, impedendo a costoro di fare servizi sul territorio. AJ ha una buona tradizione nel badare ai propri dipendenti e nel ricollocarli in vari uffici in tutto il mondo. Quindi ho fiducia che nessun elemento del personale sarà licenziato. Infatti, vedo questa crisi come un modo per AJ di diventare più forte e di ispirare una generazione più giovane di giornalisti a scrivere in libertà e in maniera coraggiosa.

  • La richiesta della coalizione guidata dai Sauditi di chiudere AJ, così come quella di Israele di bandire i suoi giornalisti, è stata percepita da alcuni commentatori come una potenziale violazione del diritto di informazione. Sai se lo staff di AJ ha ricevuto messaggi di solidarietà a questo riguardo? In particolare sai se qualche Organizzazione o Network italiano ha espresso solidarietà?

Il tentativo di fare chiudere e bandire AJ è stato largamente condannato dalla comunità internazionale, comprese le Nazioni Unite, che garantiscono la libertà di stampa in tutto il mondo. Poiché non tutti i Paesi ammettono la libertà di stampa, AJ continua a premere per avere accesso soprattutto a questi Paesi nei quali le notizie devono venire alla luce. AJ ha ricevuto incoraggiamento a livello globale, soprattutto dalle grandi reti di informazione come CNN e BBC.
Il network ha anche lanciato campagne hashtag sui media social, per esempio #journalismisnotacrime e, recentemente, #demandpressfreedom per sottolineare la stretta sulla libertà di stampa. I social sono diventati una buona piattaforma per raggiungere gli utenti più giovani che non necessariamente vedono la televisione ma sono molto attivi su internet. Queste campagne sono promosse a livello globale attraverso televisione e internet per raggiungere un pubblico più ampio. La campagna #journalismisnotacrime fu determinante nel 2015 nel portare al rilascio dei nostri giornalisti che erano detenuti in Egitto.
Non sono al corrente di sostegno espresso da emittenti italiane durante questo periodo.
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Ecco il testo originale in lingua inglese, per la cui traduzione ci siamo avvalsi anche della collaborazione di Iain Halliday

  • Al-Jazeera is at the centre of the crisis between some Arab states and Qatar. Has the network inform its staff about the crisis? If so, can you explain how?

AJ management has not informed the staff of the current crisis. In my opinion this was a strategic approach so not to disrupt the output of 24 hour news and to downplay the crisis. The nature of 24 hour news is that it doesn’t stop in any event or crisis. Our job would be to continue working normally and provide input from a factual journalistic point of view.

  • Do you think Al-Jazeera plans to restructure its operations in the near future? Would the restructuring entail retrenchments?

I don’t think Aljazeera would be restructuring in the near future. I also don’t think retrenchments will be happening in fact I think Aljazeera will grow stronger from th​e Qatari crisis
​ by continuing to cover stories which form part of the reason why ​the blockade is happening. Clearly AJ’s coverage of stories in the region underlines the one-sided approach to information of the media in the area. AJ aims at delivering unbiased stories regardless of any local government’s policy.

  • Several countries, including Saudi Arabia and Israel have recently shut down their Al-Jazeera local operations. Do you know if the staff employed in those offices was re-deployed by the network or dismissed?

​T​he operation in Israel has ​not ​shut down​.​ I ​believe certain journalist​’​s media accreditation was revoked​, stopping them from reporting on the ground. ​Aljazeera has a good history of looking after their staff members and redeploying them to various bureaus around the world. ​Therefore I am confident that none of the staff members will be retrenched. In fact I see this crisis as a way for AJ to grow stronger and to inspire a younger generation of journalists to report freely and courageously.

  • The request of the Saudi coalition to shut down Al-Jazeera, as well as the decision of Israel to ban its journalists have been perceived by some commentators as potential infringements of the right to information. Do you know if Al-Jazeera staff has received any message of solidarity in this regard?

The attempted shutdown and banning of AJ has widely been condemed​ ​by the international community including the United Nations which guarentees press freedom around the world.​ As not all countries adhere to press freedom AJ continues to push for access especially to these countries where the stories can be exposed. Aljazeera has received worldwide support especially from ​major ​news networks like CNN and BBC.
The network has also launched​​ hashtag social media campaigns like #journalismisnotacrime and ​recently ​#demandpressfreedom to highlight the clampdown on media freedom​. Social media has become a good platform to reach younger viewers who may not necessarily watch television ​but are more active on the internet. These campaigns are promoted globally through television and internet to reach a broader audience. The #journalismisnotacrime campaign was instrumental in 2015 in leading to the release of our journalists who were detained in Egypt.
​I am not aware of any Italian media outlet ​that ​has expressed support during this time.

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