La festa per i 30 anni di CittàInsieme si avviava ormai alla conclusione quando l’avvocato Enzo Guarnera ha formulato la domanda che, probabilmente, era sulla bocca di tutti ma nessuno aveva osato proporre: perché Bianco parla dei problemi amministrativi con Ciancio?
Il riferimento era alle migliaia di pagine relative al processo contro Mario Ciancio, dalle quali, al di là delle sentenze che ovviamente spettano alla magistratura, emerge un quadro drammatico dei rapporti fra imprenditoria, politica e mafia a Catania.
Dopo questo intervento, immediatamente, il clima è cambiato anche se quasi fuori tempo massimo. Forse si è ricreato quell’ambiente ‘particolare’ che, nel passato, aveva fatto delle riunioni di questa parte della società civile occasioni vere di riflessione e approfondimento.
In apertura la Marsigliese, proposta dal coro Imago Vocis. Salvatore Resca, nella doppia veste di direttore del coro e ‘presentatore’, aveva rivendicato l’originalità di “Allons enfants de la Patrie”, sottolineando anche l’importanza del coro, nel quale ognuno – nello svolgimento della propria parte – non può non entrare in relazione con gli altri.
Ma anche ironizzando sullo slogan scelto: 30 anni e non sentirli. Ovvero sono 30 anni che i catanesi non ci sentono!
Quindi i primi interventi degli ospiti. La scelta, visto il significativo numero di relatori, di fare pronunciare poche battute, non si è rivelata felice. Discorsi appena accennati, che avrebbero meritato riflessioni più complesse.
Coerente con tale impostazione la proiezione di uno spezzone de L’ora legale di Ficarra e Picone. Va bene se ‘semplificano’ i comici, non va se lo fanno, ancorché costretti dai tempi, gli intellettuali.
Intellettuali, molti di quelli presenti, non più, per diversi motivi, in prima fila, come nel passato. Sarebbe stato interessante ragionare anche su un tale dato.
Magari risparmiandoci l’intervento di Cocuzza (ex della Vita in diretta), per il quale il problema fondamentale è la mancanza di puntualità (in particolare, degli aerei che atterrano il mercoledì a Fontanarossa), quasi una (inconsapevole) citazione de “il problema fondamentale di Palermo è il traffico”.
Anche la seconda parte della riunione, condotta da Mirko Viola, ha risentito della mancanza di tempo.
Peccato, perché la presentazione delle elaborazioni dei gruppi di lavoro di CittàInsieme sui temi fondamentali della Città (dalla mobilità all’inquinamento, dal welfare alla questione abitativa) avrebbero meritato maggiore attenzione.
Così come sarebbe stato interessante approfondire il ragionamento sull’utilizzo degli strumenti di democrazia diretta (sbloccati dal basso, dopo anni di inerzia) e la lettura del questionario dal quale emerge che per i cittadini catanesi non è cambiato sostanzialmente nulla rispetto alle giunte di “colore” diverso che si sono avvicendate a Catania
Questioni che avrebbero potuto stimolare il confronto fra gli amministratori presenti, Stancanelli e D’Agata, in sostituzione di Bianco. Intervenuto, quest’ultimo, con una lettera, dove, come di consueto, veniva esaltata ‘la cornice’, senza nessun riferimento ai tanti, e concreti, problemi della Città.
E se D’Agata poteva rivendicare una maggiore attenzione dell’attuale giunta rispetto alla correttezza delle procedure amministrative, Stancanelli aveva ‘facile gioco’ nel ricordare che molti di quelli che avevano appoggiato la sua candidatura ora fanno parte della maggioranza di centrosinistra (in giunta e in Consiglio).
Poi, come si è detto, l’intervento di Guarnera a dare ‘pepe’ alla serata, forse a ridarle il giusto senso, perché se l’obiettivo è quello, come è stato più volte affermato, di rivedersi fra 30 anni, occorre avere cose nuove da raccontarsi.
L’impegno, preso alla fine, di promuovere un momento pubblico di riflessione sul ‘processo Ciancio e dintorni’ fa ben sperare, perché Catania ha bisogno di tante cose, ma anche dell’attività di CittàInsieme.
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Tale silenzio è inspiegabile poiché Cittainsieme il 19.12.2012 denunciò l’abuso come tale , ma poi non ha discusso su tale infiltrazione mafiosa una volta venutane a conoscenza. Anche l’ avvocato Guarnera rappresentante di Cittainsieme come parte civile nel processo in corso , non ha parlato del “porto delle nebbie” così definito in Commissione Nazionale Antimafia il nostro porto cittadino. Per motivi di tempo e di organizzazione, Guarnera è stato costretto a parlare solo del rapporto, Bianco-Ciancio, che finora ha consentito il silenzio stampa e quello politico, su tali “nebbie” portuali che hanno devastato le aspettative di lavoro e di economia in una città come la nostra, marittima finora solo a parole.