Argo, continuare nonostante tutto?

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Cittadini animati da senso civico che cercano di migliorare una realtà locale sempre più degradata. Siamo noi di Argo. Così siamo nati e così siamo rimasti in questi sei anni di vita.
Ci siamo impegnati nella diffusione -scrupolosa e non ‘di parte’- di informazioni, abbiamo denunciato violazioni della legalità o tentativi di appropriazione di beni comuni da parte di privati, abbiamo cercato di valorizzare esempi positivi di solidarietà e di cura del territorio.
Argo è stato, ed è, un blog a cui lavorano con impegno docenti, professionisti, studenti dedicandovi parte consistente del proprio tempo, senza alcuna remunerazione, sacrificando spazi di vita personale e non certo perché desiderosi di fare i ‘giornalisti’ senza averne titolo.
Dopo anni di articoli giornalieri, siamo di recente passati a pubblicare a giorni alterni e talora con una periodicità ancora più bassa.
A mettere in crisi gli abituali ritmi di lavoro è stato certamente il sommarsi di situazioni individuali particolari che, in aggiunta agli impegni professionali e familiari di routine, hanno ridotto il tempo che dedicavamo al sito.
L’emigrazione dei più giovani alla ricerca di un posto di lavoro, la cura dei nipoti per affiancare figli supersfruttati e precari, l’accudimento di genitori sempre più anziani, tutte situazioni che sono specchio non solo della criticità di alcuni momenti di vita individuale ma anche della situazione di crisi dei servizi, nel paese e nella città.
Le difficoltà sono state in parte attenuate dall’apporto di nuovi membri, provenienti anch’essi da varie esperienze e ricchi di competenze di diverso genere, interessati – come noi – non tanto alla comunicazione in quanto tale ma alla possibilità di approfondire la conoscenza dei problemi della città, di denunciarne le contraddizioni e di essere cittadini più attivi e consapevoli.
C’è stato anche qualcuno che ha fatto un passo indietro vedendo sommarsi, alle difficoltà personali e familiari, alcuni aspetti più problematici del dialogo interno alla redazione, la fatica di trovare sempre una linea comune (‘nessuno firma, firmano tutti’), la sensazione di non avere a volte sufficienti spazi di espressione per le proprie posizioni.
Questa complessa situazione ci interroga e ci induce ad un ripensamento su chi siamo e su cosa voglia rappresentare il nostro blog.
Abbiamo forse sopravvalutato le nostre forze e le nostre energie? E’ cambiata, in questi sei anni, anche la realtà locale?
Di certo sì, a partire dal monopolio dell’editoria da parte de La Sicilia e di Ciancio, un monopolio, ci sembra, ridimensionato, e non solo per le vicende giudiziarie dell’imprenditore. Tutta la carta stampata è ormai in crisi e sono nate molte testate on line, abbastanza diffuse, anche se si tratta per lo più di notiziari.
Si sono modificate e, talora, impoverite molte realtà e aggregazioni sociali locali, sebbene altre ne siano nate. In alcuni è infatti tuttora vivo il desiderio di contrastare il degrado e di creare esperienze alternative, libere e creative. All’orizzonte sembra tuttavia profilarsi una democrazia sempre meno partecipata e una politica sempre più dominata dai ‘partiti personali’.
Come coniugare allora il difficile momento presente con il desiderio di approfondire l’analisi della realtà locale? Come continuare a mantenere un punto di vista libero, slegato da legami con partiti e gruppi di varia natura, senza per questo rimanere isolati ed essere autorefenziali?
E’ sufficiente rivendicare una sicura onestà e serietà, l’assenza di secondi fini ed interessi, o sarebbero state necessarie ben altre capacità ‘imprenditoriali’ e adeguate competenze per gestire la comunicazione in modo davvero efficace e ‘penetrante’?
Ci siamo fatti al massimo conoscere e forse anche apprezzare, ma nulla di più.
Nel frattempo inoltre molti gruppi hanno trovato altri canali attraverso cui esprimersi, hanno creato propri blog, contribuendo alla crescita di quel mare magnum che è ormai diventato internet, e in cui diventa talora difficile orientarsi.
Non è questo comunque che ci crea problemi.
Il vero punto di svolta per Argo è stato quello di passare dalla comunicazione all’azione. In un primo momento soprattutto con la diffusione di documenti di interesse generale (procurati con estenuanti richieste di accesso agli atti), poi con denunce finalizzate alla difesa di alcuni beni comuni.
Un modello, quello della pubblicazione di documenti integrali da mettere a disposizione della città, che molti altri gruppi e testate hanno poi applicato.
C’è stata poi l’importante ricaduta della nostra azione di contrasto al progetto di parcheggio interrato di piazza Sanzio, bloccato ad opera dell’Autorità anticorruzione in seguito alla nostra denuncia.
E non è ancora conclusa la vicenda del lido ex Tribeach, ora Molido, sul lungomare, su cui ancora pende un esposto da noi fatto insieme ad associazioni cittadine e sul cui procedimento abbiamo in corso una richiesta di accesso agli atti.
Un tipo di lavoro, quello relativo all’accesso agli atti, che richiede comunque molto tempo, tanto più che -a dispetto dei professati miglioramenti nella trasparenza- le amministrazioni fanno resistenza e rimandano alla pubblicazione on line di documenti che rimangono introvabili. Altro tempo da perdere, ed il tempo è proprio quello che ci viene a mancare….
Una prima boccata di ossigeno potrebbe venire dal coinvolgimento di altre persone che non vogliono rassegnarsi al degrado che cresce attorno a noi.
Se altri accettassero di collaborare, non proporremmo loro un ingresso a “scatola chiusa”, ma siamo disponibili a discutere e riorganizzare il nostro lavoro.
Qualcuno ci ha suggerito e ci suggerisce, attraverso i commenti, temi e questioni da trattare, ma in questo caso rimane aperto il problema della inadeguatezza delle nostre forze.
Qualcun altro si spinge più avanti e ci segnala qualche dato o strumento di approfondimento ma spesso lo fa senza ‘metterci la faccia’, non permettendoci di stabilire un contatto che sarebbe utile per portare avanti segnalazioni e denunce.
Che fare allora di fronte a queste difficoltà e contraddizioni? Consapevoli dei nostri limiti non vorremmo, però, “tirare i remi in barca” e sottrarre uno spazio critico non solo a noi stessi ma a tutta la città. Proseguiremo quindi, per adesso, a “scartamento – un po’- ridotto”.
Senza sopravvalutare il nostro ruolo, pensiamo infatti che, se anche la più piccola delle stelle smette di brillare, tutto l’universo diventa un po’ più buio.

7 Comments

  1. gentile redazione, si tratta di notizie di dominio pubblico, già oggetto, in alcuni casi, di interrogazioni parlamentari.
    Ritengo che occorra prendere atto della assoluzione in appello (giudizio non impugnato con risorso per cassazione) per la vicenda di piazza europa, che non contesto, ma si deve contemporaneamente riconoscere la nullità degli atti sul pinao amministrativo che neppure la assoluzione può sanare.
    Questa la registrazione del processo nella parte in cui viene ascoltato il perito:
    http://www.radioradicale.it/scheda/303715/processo-ad-arena-mario-gioacchino-ed-altri-per-le-concessioni-dappalto-del-comune-di
    ricordo inoltre che si è ipotecato ad una banca il diritto di superficie su piazza europa che è bene demaniale, come si evince dalla registrazione.
    Questo, invece, è il parere dell’Antitrust relativo alla gara:
    http://www.agcm.it/component/domino/open/C12563290035806C/81406D444FC3EBFBC12577FB004FEFD2.html
    non è tutto: gli atti dell’affidamento del servizio idrico integrato nella provincia di catania sono stati annullati dal consiglio di giustizia amministrativa (mi sembra che il tar catania avesse inizialmente ritenuto valido l’affidamento).
    Nonostante l’annullamento l’impresa ha mantenuto la gestione del servizio in poche parti della provincia di catania.
    Poichè erano atti già annullati, ritengo che vadano ripetute le somme ricevute dalla servizi idrici etnei.
    azienda citata in questo articolo di giornale:
    http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:MWc6B7S4N2sJ:www.sudpress.it/la-sie-i-servizi-idrici-ed-i-milioni-di-euro-accaparrati/+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-b-ab
    come dicevo, le vicende imnportanti a catania non sono le multe dei vigili urbani, ma sono secondo me gli affitti del comune di Catania.
    Nella risposta alla interrogazione parlamentare pubblicata alla pagina 22 del seguente documento del Senato ( http://www.senato.it/service/P…..319445.pdf ) si legge la domanda del senatore:”nel novembre 2014 è stato sottoscritto nuovamente il contratto di locazione, della durata di 6 anni, per i locali che ospitano la Direzione urbanistica, siti in via Biondi, per un valore di oltre 200.000 euro all’anno,a favore della Finpop Srl di Oreste Virlinzi”
    Prosegue l’interrogazione:”si chiede di sapere:
    quali provvedimenti intenda adottare nelle sedi di competenza affinché si ponga rimedio al prolungarsi di situazioni che comportano ingenti
    esborsi come quelle descritte.”
    Si legge invece in questo articolo uscito su livesicilia:”CATANIA – Quel canone di due milioni di euro l’anno è fuori mercato. Il costo dell’affitto della sede dell’Agenzie delle entrate di Catania, al centro di un’interrogazione parlamentare della deputata 5 stelle, Giulia Grillo, è elevato rispetto al costo medio rilevato in città. Lo afferma il vice ministro dell’economia, Luigi Casero, rispondendo alle richieste dei deputati pentastellati che avevano segnalato come “eccessiva” la cifra di 2 milioni di euro sborsati dallo Stato per gli affitti della sede catanese dell’Agenzia, in via Monsignor Domenico Orlando.”
    questo l’indirizzo in cui è pubblicato l’articolo, perchè è importante indicare le fonti della notizia:
    http://catania.livesicilia.it/2014/10/06/quel-canone-ai-virlinzi-e-fuori-mercato-la-risposta-del-vice-ministro-a-5-stelle_311566/
    Se è vero che il canone è stato ridotto è anche vero che la scelta è inappagante perchè è doveroso valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico,e risolvere la locazione: sono passati due anni dalla interrogazione parlamentare e l’affitto di via orlando ancora si paga, nè la sede è stata trasferita in immobili di proprietà pubblica (si conrtinuerà quindi a pagare l’affitto in perpetuo?).
    Fermo restando che se la sede di via orlando 1 era necessaria non andava dismessa, ma acquistata dall’ente che già lo occupava: vanno dismessi SOLO gli imobili superflui, secondo me.
    molto interessante pure questi due articoli in cui si legge:”VIRLINZI DEMOLISCE PALAZZETTO INIZI ‘900 E IL COMUNE GLI CONCEDE PURE IL PREMIO DI CUBATURA”
    questo l’indirizzo dell’articolo:
    http://www.sudpress.it/virlinzi-demolisce-palazzetto-antico-e-il-comune-gli-concede-pure-il-premio-di-cubatura/
    Altro articolo successivo riferisce:”SEQUESTRATO IL PALAZZETTO DEI VIRLINZI”
    questo l’indirizzo:
    http://www.sudpress.it/sequestrato-il-palazzetto-dei-virlinzi/
    Vi è poi larticolo riguardante un altro immobile, sito in via messina 623, della vir immobiliare srl, intitolato:”VIRLINZI E LA CONCESSIONE NEGATA ANZI NO!”
    si legge nell’articolo:”
    VIRLINZI E LA CONCESSIONE NEGATA ANZI NO!
    01/10/2012
    Nel luglio del 2011 (..) Il dirigente Loretta Granzotto ha appena firmato il preavviso di diniego per la concessione edificatoria relativa alla “ristrutturazione con parziale demolizione, ristrutturazione e cambio di destinazione d’uso” del vecchio deposito Fiat di via Messina 623. Un capannone industriale dismesso che, nel progetto Virlinzi, dovrà entro il 2013 essere trasformato nella sede della nuova palestra “Virgin”, centro benessere all’ultimo grido con annesso parcheggio multipiano interrato.
    Oggi però i lavori in cantiere sono cominciati già da un pezzo e proseguono a ritmo sostenuto per non sforare la tabella di marcia. L’architetto Granzotto, che ha scritto nel suo preavviso di diniego “l’intervento edilizio non è assentibile in quanto la parte di immobile interessata dalla demolizione e ricostruzione ricade in Vincolo Assoluto, fascia di rispetto stradale“, è stata sostituita dal nuovo dirigente Gabriella Sardella.
    Così il 19 gennaio del 2012 arriva la concessione edificatoria con parere favorevole della Soprintendenza ai Beni Culturali (risalente al luglio 2009), purché “le piante di ulivo presenti nell’area vengano recuperate[…], i grigliati previsti vicino la rampa d’accesso ai piani interrati siano mitigati con vegetazione[…], sul solaio di copertura del parcheggio vengano impiantati agrumi con definizione delle aiuole a prato e dei vialetti in pietrisco”. La scheda istruttoria, questa volta, certifica la conformità del progetto alla normativa urbanistica generale, alle prescrizioni di zona ed alle norme di attuazione del vigente PRG”Area Privata Vincolata e Vincolo Assoluto”.”
    ritegno che se in quel punto è prevista la fascia di rispetto stradale ed il VINCOLO ASSOLUTO, un motivo ci debba essere.
    Cosa dice il movimento 5 stelle?
    perchè in parlamento non si propone una interrogazione parlamentare sulla spesa pubblica (in generale) nella città di catania, elencando le proprietà immobiliari inutilizzate lasciate in disuso, con le relative metrature, e quelle per le quali si pagano gli affitti.
    Mi riferisco agli affitti del comune, della provincia, della sede della agenzia del demanio di via orlando 1, ed anche all’affitto citato in questo articolo, in cui si legge:” Le cifre salgono vertiginosamente per la sede della motorizzazione in via San Giuseppe La Rena per la quale vengono dati 682.894,09 euro alla Vir Immobiliare.”
    questo il sito dove è pubblicato:
    http://catania.meridionews.it/…..i-di-euro/

  2. Vi seguo sempre e trovo veramente utile il vostro punto di vista sulla realtà locale, che per mia pigrizia seguo poco non fidandomi del principale giornale catanese e stando forse troppo attento alle questioni nazionali.
    Grazie per quanto finora avete fatto.

  3. siete utili e necessari. Occorre però che vi colleghiate con altri gruppi e con politici di razza che, per disgrazia non intravvedo.Gli attuali sono solo da rottamare o da asfaltare, Renzi compreso. I 5 stelle a Catania parlano poco e sono scarsamente uditi. Il caso del Palazzo delle poste è sintomatico. Un famoso architetto catanese ha convalidato il suggerimento di creare una cittadella giudiziaria nell’area e negli edifici della Caserema Sommaruga. Nonostante la disponibilità di una sì vasta struttura, gli attuali amministratori e gli incompetenti che operano nel campo della giustizia hanno deciso di rivalutare il Palazzo delle Poste. ebbene, l’area circostante arricchirà solo i proprietari dei palazzetti che sono sorti nelle adiacenze ed i titolari del Buco di piazza Europa, sig.Virlinzi. Per il resto l’area diventerà un San Cristoforo di seconda generazione. Ma vi chiedo: a chi appartengono gli edifici che sono sorti come funghi ai lati del palazzaccio delle Poste? Chi trarrà gran beneficio da una simile stortura?

  4. E chi sono io per dirvi continuate che non ho speso neanche un secondo del mio tempo per questa realtà? Anche perché conosco le vite di qualcuno di voi e capisco le difficoltà. Però posso dirvi grazie per il lavoro che avete fatto in questi anni. Siamo stati, si uso il plurale in seconda persona (anche se molti di voi non mi conoscete) una realtà di parola quando la parola non era data ad alcuno, quando le difficoltà di informazione, come dice l’articolo, erano abissali. Se riuscite resistete e continuate, ma ovviamente a voi la scelta e so che sarà difficile qualunque essa sia.
    Grazie Laura

  5. Non potete, con la prima arma in difesa dei cittadini che è la libera stampa on-line, smettere di combattere il malaffare mafioso-politico-affaristico che sta distruggendo Catania. Con stima e fiducia attendiamo i prossimi articoli pochi o molti che siano .

  6. Capisco il vostro dilemma, avendo vissuto una situazione in parte simile alla vostra quando abbiamo smesso di pubblicare l’Isola possibile e Catania possibile. Ho sempre apprezzato il vostro stile competente e razionale, la vostra lucida passione, le vostre intelligenti battaglie. Abbiamo bisogno della vostra razionalità, della vostra passione, della vostra intelligenza. Mi dispiacerebbe molto se la voce di Argo dovesse spegnersi.

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