Vi ricordate le radio libere, le emittenti radiofoniche nate in Italia dopo la liberalizzazione dell’etere sancita dalla Corte Costituzionale nel 1976? Le web radio sono ancor più libere: per loro basta solo un computer.
La magia di internet ha dato, infatti, a chiunque la possibilità di creare il proprio modo di comunicare e la web radio è uno di questi. Con un Pc chiunque può creare un programma radiofonico, il proprio.
A farlo sono soprattutto i giovani, e a Catania esiste già un piccolo mondo di conduttori di radio web che venerdì scorso si sono incontrati nella piazzetta Federico di Svevia, nella sede del circolo Gammazita, per creare un momento di aggregazione, musica e cultura sotto la bandiera della radiofonia web.
L’iniziativa è stata organizzata da Sbeberz Rasta Radio, una realtà nata proprio a Catania nel 2009 che vanta ad oggi 35000 ascoltatori stagionali, con 25 collaboratori sparsi in Italia, Inghilterra e Germania, e che si è classificata quinta sugli oltre 60 partecipanti al concorso nazionale Web Radio Festival del 2013.
L’obiettivo dell’iniziativa non era solo fare incontrare le radio web del Catanese, come Radio Salti e RadioMatria, ma anche dare la possibilità ad appassionati -e non- di conoscere più da vicino la realtà delle web radio sia dal punto di vista culturale che da quello tecnico, spiegando come nascono e quali sono le difficoltà che si incontrano durante il percorso.
Una radio ha infatti un ruolo importante nella diffusione della cultura musicale e nel mondo della comunicazione, oltre ad essere uno strumento di aggregazione per chi condivide le stesse passioni.
“Fare web radio non è semplicemente registrare qualcosa e metterla su internet,” ci spiega Christopher, in arte Zhion, presidente e fondatore di Sbeberz Rasta Radio. “Fare radio significa comunicare i messaggi della musica, lavorare in gruppo, coordinarsi, studiare, mettersi in gioco e lottare quotidianamente per la propria passione.”
Una passione necessaria per una realtà autogestita e autofinanziata come quella delle radio web, che non sono fonte di guadagno per chi le gestisce.
Ma il fattore economico non è l’unica difficoltà. Una delle difficoltà maggiori riscontrate da chi vuole fare radio è superare il muro delle piattaforme web – come youtube – grazie alle quali ciascuno può scegliere da sé la musica che preferisce ascoltare; ed essendo la radio una trasmittente di contenuti, e non un mero contenitore di musica, deve essere in grado di proporre dei contenuti appetibili agli ascoltatori, di fornire informazioni e approfondimenti e, più generalmente, di intrattenere.
C’è poi anche un’altra difficoltà – come spiega l’esperto di radiofonia Fabrizio Mondo, anche lui siciliano, intervistato via skype in merito al suo libro “Creare e gestire una web radio professionale” -, una difficoltà di natura legale che riguarda la riproduzione dei prodotti tutelati dalla SIAE e che si traduce in costi di acquisto delle licenze non facilmente sostenibili, soprattutto per chi inizia da zero e deve investire di tasca propria.
Questo problema è tuttavia facilmente superabile grazie alla disponibilità di prodotti meno conosciuti (ma non per questo meno numerosi) rilasciati sotto la licenza Creative Commons, che prevede la libertà di riproduzione e di distribuzione di un’opera.
“La web radio viene spesso considerata di serie B in quanto al di fuori dei canali convenzionali,” spiega Mondo, “ma è in realtà un efficace mezzo di diffusione perché facilita l’accesso all’informazione grazie all’abbattimento dei limiti territoriali: in qualsiasi parte del mondo ci si trovi, grazie ad internet, è possibile ascoltare dei programmi locali.”
Si tratta di un mondo in continua evoluzione che ha un ruolo centrale nel processo di emancipazione dei giovani, i quali si dimostrano sempre più abili nel trovare modi nuovi, originali e soprattutto innovativi per far sentire la propria voce.
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