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Mangiacarte, festa di chiusura e interrogativi sul futuro

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Uno staff quasi tutto al femminile partecipa Libreria Mangiacarte chiudeall’ultima assemblea dell’associazione di promozione sociale “Libreria sociale Mangiacarte” costretta a chiudere la storica sede di via Verginelle 13, luogo di incontro e di condivisione quasi decennale. L’associazione rimane però attiva e si interroga sul prorio futuro.
Mangiacarte nasce nel 2005 come biblioteca autogestita e alimentata con i libri regalati da privati, ma nel corso degli anni i tanti volumi sono diventati lo sfondo per attività variegate: cineforum, pranzi sociali, mercatino di libri scolastici usati, corsi di lingua, di artigianato e di scrittura creativa, presentazioni editoriali.
Ha collaborato con altre realtà associative catanesi ed è riuscita a coinvolgere nelle sue attività artisti e professionisti locali di vario genere.
Libreria Mangiacarte chiudeLa buona riuscita di tutte queste attività è stata sempre strettamente legata ad una sede fisica dove poterle svolgere, ma il costo dei locali è diventato negli anni insostenibile.
Problema, quello della ricerca di spazi da utilizzare per attività a sfondo socio-culturale, non esclusivo della Mangiacarte, ma tipico di molte realtà associative catanesi.
Tra queste l’associazione culturale Alan Lomax, che lo scorso giugno è stata costretta a chiudere la sede di cortile Archirotti.
Per questo motivo le due associazioni, insieme all’Arci e alle associazioni culturali Momu e Viceversa Records, hanno scritto una lettera al Comune di Catania per dicutere su quali spazi, risorse e strumenti l’Amministrazione possa mettere a disposizione delle associazioni per sostenerne le attività e affinchè si valuti la possibilità di assegnare ad esse un immobile di proprietà comunale.
La lettera è stata sottoscritta da molte delle principali realtà non istituzionali che veicolano cultura a Catania: Associazione Musicale Etnea, Catania Jazz, Darshan, Kizmiaz, Gammazita, Officine Culturali, Scenario Pubblico, Zo Centro Culture Contemporanee, Mercati Generali, Lapis. Nonostante l’alto numero di sottoscrizioni, espressione di un problema reale e di una valida proposta per risolverlo, l’appello è rimasto ad oggi inascoltato.
Speriamo che sia solo un ritardo dovuto alle vacanze estive e non, invece, un segno di come le associazioni culturali che rispettano le regole e tentano di instaurare un dialogo con le istituzioni per creare dei precedenti “virtuosi” abbiano difficoltà a trovare nell’amministrazione pubblica un valido sostegno alla propria proposta culturale.
Al costo dell’affitto bisogna aggiungereLibreria Mangiacarte chiude problemi di convivenza con un vicinato dal sonno precoce e molto leggero e il mancato ricambio generazionale tra i soci dell’associazione, per cui il numero di persone coinvolte è diminuito nel tempo e il gruppo di volontari non si è mai rivitalizzato.
Infatti come spiega Nadia, volontaria dell’associazione, non è il trend delle attività svolte ad essere in calo quanto la propositività del gruppo che gestisce l’associazione.
E’ proprio da una riflessione sul perché i ragazzi non si sentano più coinvolti dall’associazione che comincia la discussione su cosa fare nel futuro.
A chiudere, infatti, è solo la sede di Mangiacarte; l’associazione resta attiva e ricomincia…con una pausa. Di riflessione. Riflettere su quanto si è fatto in questi anni e ragionare su come poter continuare a svolgere le proprie attività in modo itinerante; ripensare le metodologie di lavoro, confrontarsi con altre esperienze di associazionismo e sperimentare nuove idee, che non siano campate in aria, ma solide e ben analizzate.
Questi i propositi per il futuro dell’associazione, che ha deciso di rendere omaggio alla storica sede con una festa di chiusura, aperta a tutta la cittadinanza. L’appuntamento è per domenica 31 agosto dalle 19,00 a mezzanotte.
Interventi teatrali e musicali seguiranno un dibattito iniziale sull’esperienza dell’associazione. Tra i vari ospiti: l’eclettico artista Davide di Rosolini, i cantautori Claudio Palumbo, il duo Banda Oriental e Gill, l’attore catanese Orazio Condorelli.

1 Comments

  1. Occorre che il volontariato e l’associazionismo laico che non ha a disposizione locali parrocchiali gratuiti (buono per le organizzazioni cattoliche), intraprenda una battaglia per il riconoscimento della funzione sociale ed attraverso una massa critica chieda ed ottenga dagli EE.LL. spazi adeguati per quella che è una prestazione sussidiaria proprio là dove spesso manca quella primaria delle istituzioni. (eppure esistono immensi e costosi spazi che sono evidentemente serviti a chi ha ottenuto gli appalti di ristrutturazione e da sempre abbandonati)
    Abbiamo partecipato ad una conferenza per i teatri di Catania ed assistito al grido di dolore di grandi e piccoli; non esistono, a differenza di altre grandi città che aspirano al titolo metropolitano, teatri di posa per le compagnie teatrali e di spettacolo in genere; abbiamo assistito ad un eroico spettacolo di ottima qualità contemporanea (il Faust con la regia di Elio Gimbo)- il teatro di paglia al Parco Gioeni- in una condizione che definire “pioneristica” sarebbe già un lusso, sebbene la manifestazione fosse patrocinata dal Comune di Catania . Occorre, in definitiva, che le associazioni escano dall’isolamento dove spesso sono confinate per poter gestire spazi non urticando altri interessi, trovino dei denominatori comuni pur nelle differenze, e chiedano a gran voce non delle concessioni ma un diritto certo. Ovviamente l’assillo dei problemi contingenti è una cosa che toglie il respiro ed impedisce la messa in campo di strategie “vincenti” che potrebbero avvicinare i giovani in un momento in cui spezzare il loro isolamento attraverso la partecipazione sarebbe “la missione” necessaria.
    Saremo anche Noi alla festa dell’associazione

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