Un museo itinerante per ricordare la voce, la musica e la vita di un mito del rock, Elvis Presley. Unica città europea ad ospitarlo è Taormina, dove sarà visitabile fino al 21 settembre. Ce ne parla oggi il nostro amico e collaboratore Marcello Gurrieri. Un invito ad emozionarci, e a riflettere sul dramma di questa “vittima dello Star System”
Da cantante rock a mito il passo non è breve ma lui c’è riuscito ed ora Taormina ospita fino al 21 settembre al Palazzo dei Congressi, unica tappa europea, una mostra/museo a lui dedicata. Dedicata ad Elvis Presley, il “re del rock” scomparso nel 1977 a soli 42 anni nella sua Graceland.
Mito a dispetto degli ultimi anni della sua vita quando, grasso e depresso, prendeva barbiturici e tranquillanti e si ingozzava di colesterolo sotto forma di incredibili e disgustosi panini, come quello, a base di pancetta fritta, burro d’arachidi e marmellata descritto il 27 dicembre 1995 dal Corriere della sera.
Ma in questi giorni a Taormina è in mostra il mito. Un’occasione imperdibile per collezionisti, curiosi e amanti della musica ad un prezzo (6 euro) per tutte le tasche. Vi si trovano esposti la Cadillac, le chitarre, gli sfarzosi abiti da scena, i documenti, le lettere, le foto, i dischi d’oro, i vinili rari da collezione e centinaia di oggetti personali, alcuni di dubbio gusto (come la chiave dell’auto in oro massiccio).
Genio e sregolatezza, contraddizioni di una vita rock’n’roll. Una serie di pannelli descrive passo passo tutta la sua vita dalla nascita (Tupelo 1935) alla morte (Memphis 1977).
La vita di un uomo sul tetto del mondo, eppure così solo, fragile vittima dello Star System. Solo così si possono spiegare le 10.000 dosi di medicinali prescritte dal suo medico personale (soprattutto sonniferi ed eccitanti) nel solo 1977. Il giorno dopo la sua morte il Memphis Press-Scimitar intitolava: “A lonely life ends on Elvis Boulevard”.
Però se è vero che Elvis fu probabilmente lasciato solo nella lotta contro i suoi demoni, la sua musica e la sua voce non finiscono di unire, appassionare, emozionare milioni di persone in tutto il mondo, dalla sua villa di Graceland ai centinaia di raduni di sosia, imitatori, cover band, collezionisti.
Una fetta di questa Elvis-mania è sbarcata anche a Taormina. E ci si trova contagiati da questa febbre, da questo strano miscuglio di emozioni.
Due televisori (uno per piano) trasmettono le immagini dei suoi film e del suo concerto alle Hawaii nel 1973. Le note di “My way”, e soprattutto la sua struggente interpretazione, rendono chiari al tempo stesso il dramma umano e l’incommensurabile talento.
E ci si emoziona davvero… “And now the end is near and so I face the final curtain …”
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