Una partita di calcio per ritrovare il gusto delle cose belle e superare lo choc di una traversata drammatica in cui, alla lettera, si è guardata la morte negli occhi?
Può apparire paradossale ma questa partita è stata davvero giocata, sabato scorso, tra alcuni nigeriani appena sbarcati e i volontari del Centro Astalli.
I nuovi arrivati, insieme a qualche altro migrante afgano, ghanese, hanno conteso –raggianti– la palla agli avvocati e ai medici disposti ad aiutarli nelle richieste di asilo, nei ricorsi contro i dinieghi, nei problemi di salute.
Un momento di gioia, di vitalità, di speranza, in attesa che le autorità locali decidano cosa fare della casa di accoglienza don pino Puglisi, ancora inutilizzata nonostante l’emergenza arrivi, e soprattutto in attesa che le autorità nazionali ed europee creino quel ‘corridoio umanitario‘ che permetterebbe ai migranti che hanno bisogno, e diritto, alla protezione di accedere al territorio europeo utilizzando un canale legale. Senza dover affidare la propria vita a fragili barconi e a famelici trafficanti.
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