Nello Papandrea, la battaglia legale contro il Muos va avanti

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Proprio ieri nella sughereta di Niscemi è stata montata la prima parabola del MUOS. Sembrerebbe un annuncio di sconfitta per chi si è battuto contro l’installazione di questo sistema satellitare che ha pesanti implicazioni militari e comporta rischi -ancora non del tutto chiariti- per la salute, per l’ambiente e il paesaggio e per il traffico aereo civile.
Eppure l’ultima parola su questa vicenda non è stata ancora detta. Non soltanto perchè prosegue la resistenza dei Comitati No Muos presenti in vari comuni della nostra isola, ma perchè è ancora in corso una battaglia legale sulla quale abbiamo chiesto all’avvocato Nello Papandrea di fare il punto.
L’impegno dei legali si è diviso su tre fronti principali. Il primo, riguardante i ricorsi pendenti davanti al TAR Palermo; un secondo finalizzato a far emergere l’illegittimità, anche sotto il profilo del mancato rispetto di norme costituzionali; il terzo, non meno importante, riguardante la difesa degli attivisti colpiti dalla repressione.
Le questioni pendenti innanzi al TAR Palermo, sono sostanzialmente tre:

  • l’illegittimità delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione (Ricorso avviato dal Comune di Niscemi nel 2011),
  • la richiesta di annullamento da parte del Ministero della Difesa delle revoche delle suddette autorizzazioni operato dalla Regione il 29 marzo (si tratta di due ricorsi del Ministero notificati ad aprile 3013),
  • infine la richiesta di annullamento della revoca regionale (datata 24 luglio 2013 ) delle revoche della autorizzazioni ambientali del 29 marzo 2013 (si tratta di due ricorsi, il primo nato da una collaborazione Legambiente-Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos, il secondo del Movimento No Muos Sicilia).

Tutti i ricorsi saranno chiamati all’udienza pubblica del prossimo 27 marzo per la decisione definitiva. Ovviamente, non possono azzardarsi previsioni, tuttavia le varie linee difensive avanzate da noi legali No MUOS risultano fondate e corroborate dall’istruttoria compiuta.
In particolare, la verificazione compiuta dal Professor D’Amore dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ ha evidenziato come le autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione fossero prive di rigore, su alcuni punti palesemente erronee e non rispettose delle norme che regolano la materia. Così da giungere a conclusioni inattendibili, soprattutto riguardo la mancanza di pericoli per la salute umana, per l’ambiente e per il traffico aereo dei vicini aeroporti.
Per quanto riguarda il secondo punto, l’illegittimità delle autorizzazioni è stata riconosciuta dalla Regione che, tramite l’ufficio di Presidenza, è intervenuta -nel ricorso del Comune di Niscemi- a sostegno delle ragioni del Comune ed ha successivamente ‘revocato’ le autorizzazioni.
Tale revoca, essendo basata su vizi di legittimità e di istruttoria delle autorizzazioni, deve qualificarsi, a nostro avviso, come autentico ‘annullamento in autotutela’, con la conseguenza che è illegittima la successiva ‘revoca delle revoche’ del 24 luglio e l’ulteriore effetto che la realizzazione delle opere è stata eseguita in modo del tutto abusivo.
Non può avere efficacia sanante il parere dell’ISS che, al suo interno, contiene la dichiarazione di non utilizzabilità a fini autorizzatori trattandosi di studio puramente scientifico. Peraltro lo studio contiene forti perplessità riguardo il fatto che l’impianto sia innocuo e richiede attenzione soprattutto per la salute dei bambini.
Allo stesso, inoltre, sono allegate -per costituirne integrazione- delle note critiche dei tecnici nominati dalla Regione che inspiegabilmente non sono state considerate dalla Regione stessa.
Confidiamo, quindi, nell’accoglimento dei ricorsi che porterebbe all’arresto dei lavori dovendosi avviare un nuovo iter autorizzativo.
Quest’ultimo sarebbe reso oggi molto difficile dal passaggio dell’area di sedime nella ‘Zona A’ di massima tutela della Riserva Naturale Orientata ‘Sughereta di Niscemi’ e dai vincoli paesaggistici.
Sotto il profilo della denuncia dell’illegittimità complessiva, si è principalmente evidenziato che la servitù militare è stata imposta in modo illegittimo, non essendo stata rispettata la disciplina costituzionale che prevede che gli accordi bilaterali, aventi contenuto politico, devono essere approvati dal Parlamento e successivamente ratificati dal Capo dello Stato ai sensi degli artt. 80 e 87 della Costituzione.
Su tale argomento, lo scorso 22 ottobre 2013 si è tenuto un seminario presso il dipartimento di Scienze Politiche, all’interno del quale la tesi dell’illegittimità costituzionale delle procedure utilizzate per la costituzione delle servitù militari è stata discussa dai professori Agatino Cariola (link al video), ordinario di Diritto Costituzionale, e Rosario Sapienza (link al video), ordinario di Diritto Internazionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza del nostro Ateneo.
Abbiamo anche predisposto un testo di mozione parlamentare -che sarà a breve depositata- con la quale si chiede al Parlamento di riappropriarsi di una propria prerogativa.
Infine va, invece, evidenziato come continui l’attività repressiva attuata da organi amministrativi e dalle forze dell’ordine con sanzioni amministrative e l’avvio di procedimenti penali. Al riguardo, coma avvocati abbiamo firmato un documento nel quale si denuncia come spesso tale attività sembrerebbe finalizzata a spaccare ed indebolire il movimento.
Tanto più che la stessa solerzia non sembra sia stata adottata allorché si è denunciato che:

  • i lavori sono iniziati ben prima dell’ottenimento delle autorizzazioni
  • e che agli stessi abbia partecipato una ditta priva di certificazione antimafia.

Auspichiamo, quindi, che la Magistratura decida di occuparsi anche delle gravissime irregolarità, alcune con evidenze rilevanza penale, che riguardano l’intera vicenda della realizzazione del MUOS.

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