Un vero e proprio paesino con famigliole e la presenza di molte donne, massaie e madri di famiglia. Questa è la fisionomia che ha acquisto, a distanza di un anno, la favela tra via Crispi e Corso Martiri della Libertà,
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ormai abitata esclusivamente da bianchi, probabilmente bulgari.
In quella di via Ventimiglia si vedono ora solo maschi africani, la “villetta” con palme e banano con i frutti è abbandonata, non c’è più la famigliola di cui l’anno scorso si vedeva un commovente episodio di vita familiare. E, senza donne e bambini, regna lo squallore.
Esiste un’altra favela, quella ad angolo con via Fischetti, rimasta invariata, con un’unica fila di baracche addossate al muro di cinta e sull’orlo dello scavo. Un rifugio temporaneo usato da persone di varie etnie ?

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incrocio corso Martiri Libertà con via Ventimiglia: vita familiare
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Dopo aver visto anche il servizio di “Striscia” ( http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?16657 )
penso che bisognerebbe tornare sull’argomento ogni giorno e pesantemente palesando la “vergognosa incapacità” dei nostri amministratori.
Per motivi di lavoro (si evince dal mio profilo) ho vissuto per oltre 30 anni all’estero e questa situazione mi riporta alle famose “bidonvilles” di Manila e/o Jakarta degli anni ’80 o le altrettanto famose “favelas” Brasiliane.
Negli corso degli ultimi anni sono subentrati diversi amministratori locali -non mi riferisco solamente ai Sindaci o presidenti di provincia- che, pur sapendo, nulla hanno fatto per risolvere il problema della cittadinanza regolare. Siamo pieni di “irregolari” che da decenni vagano attorno a Catania e “nessuno” fa nulla neanche dal punto di vista umano.
E’ doloroso vergognarsi di essere Catanese ed è una vera indecenza!
Come di consueto, si parla dei problemi delle periferie dimenticate e degli “squatter” solo in campagna elettorale e, soprattutto, per le amministrative poi tutto torna nel silenzio e nella totale indifferenza di chi ha furbescamente ottenuto le poltrone……
Francesco Sorge