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Il Procuratore "assolve" Lombardo dal reato di mafia

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Fa sempre parlare di sé la Procura di Catania. Fa ancora parlare di sé. Ad occuparsene, con un’analisi acuta più di altre, Sebastiano Messina su La Repubblica del 15 settembre 2011. Stavolta il palazzaccio della città dell’Etna è al centro dell’attenzione della stampa e dei cittadini di buona volontà per una inchiesta che parte nel marzo 2010, quando Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia, viene iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’inchiesta va avanti a rilento. Nel frattempo il procuratore Enzo D’Agata va in pensione e in attesa della nomina -peraltro travagliata- del suo successore, nell’interregno, il reggente Patanè dribbla la richiesta firmata da ben quattro pm di rinviare a giudizio Lombardo per concorso in associazione mafiosa. Così: ipotizzando la derubricazione del reato ed escludendo la prevista, legittima decisione del giudice per le indagini preliminari.
Cita cioè direttamente a giudizio Lombardo per un reato minore, violazione delle legge elettorale. Una decisione sicuramente discussa se non discutibile che ha sollevato le proteste di tanti e – dice Messina – non ha allontanato i sospetti sull’operato del governatore.
Leggi l’articolo di Sebastiano Messina su Repubblica

Leggi il Comunicato della segreteria di Rifondazione, Federazione della Sinistra

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