Raitre a Bicocca, racconti dietro le sbarre

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Raitre è andata a Bicocca, all’interno dell’istituto penale minorile di Catania, con la trasmissione “Cominciamo bene”, condotta da Fabrizio Frizzi. Nel filmato che potrete vedere in link, troviamo le testimonianze di cinque ragazzi, Italo e Claudio 18 anni, Mirko 19, Cristian in carcere a 16 anni, Davide , padre a 15 anni e mezzo. Sono in galera per spaccio e rapine.
Italo in carcere c’è finito più volte. “La prima volta che entrai a Bicocca- dice- mi sentivo grande; mi sentivo un boss. Fuori mi avevano detto che chi va in carcere è grande”. Spacciando era arrivato a guadagnare anche 1000 euro al giorno. Ora ha imparato a fare l’elettricista. Mirko fa il muratore . Dice che il carcere è brutto ma dopo un po’ ci si abitua. Cristian si sente in colpa per aver dato una delusione e un dispiacere ai suoi genitori, soprattutto alla madre. Non si aspettavano davvero che la vita del loro ragazzo prendesse quella brutta piega. Claudio si definisce immaturo, violento, irresponsabile. Spacciando guadagnava 250 euro al giorno che spendeva in vestiti , scarpe , jeans. Ora vuole sposare la sua ragazza che attende paziente la sua scarcerazione. Davide è un giovanissimo padre che vede il suo bambino una volta a settimana, durante il colloquio. Ha avuto appena il tempo di veder nascere suo figlio. Qualche mese, poi è finito dentro.
Racconti di vita. Racconti dietro le sbarre. Vite bruciate e buoni propositi:” Faremo di tutto per non tornare qui”. Un brutto posto il carcere , un brutto posto, dove però c’è spazio anche per l’amicizia e la solidarietà. “Quando qui incontriamo un extracomunitario – dicono  i ragazzi – noi gli diamo tutto, scarpe, vestiti, cibo. Noi abbiamo i parenti che vengono a trovarci. Loro non hanno nessuno”
Con i ragazzi di Bicocca le testimonianze della direttrice Maria Randazzo, dell’educatrice Giuliana Mastropasqua, del responsabile dell’area educativa Placido Asero e di Alfio Bosco, ispettore della Polizia penitenziaria .In studio un sacerdote, il presidente della fondazione “A voce d’e creature” e consulente della commissione antimafia, don Luigi Merola e la direttrice del dipartimento di giustizia minorile Serenella Pesarin.

5 Comments

  1. Salve.. mi chiamo larisa ho 19 anni e vengo da catania.. storie come qst ragazzi mi è capitato di sentirle molto spesso ma ogni volta dentro mi vengono i brividi.. Studio al liceo ed il mio sogno è diventare un assistente sociale all’interno del carcere minorile..Tutti quando lo sentono mi dicono che sono pazza che è un lavoro che non da soddisfazione e la retribuzione economica non è un gran che… Ma io voglio farcela.. non vedo l ora di finire gli studi e cominciare a lavorare sul “campo”.. Tutti questi ragazzi x come la vedo io hanno qualcosa di speciale dentro, i loro occhi hanno una luce diversa… Tutti sappiamo le realtà che ci sono a Catania.. lo spaccio, le rapine, il pizzo.. Ma spesso certa gente non riesce a capire il perchè questi ragazzi fanno queste scelte.Le persone vivono con dei pregiudizi che ormai hanno incorporato senza andare oltre.. Chiunque crede in qst ragazzi e giorno dopo giorno mette l anima per far si che appena escono possano scegliere una vita diversa.. Voglio dire grazie.. Grazie x che è grazie al vostro lavoro che Catania ha ancora una speranza, ma soprattutto date speranza a loro.. Spero che prima o poi farò anche io parte di quest ambito.. Buona serata Lary

  2. Storie commuoventi ed emozionanti veramente di chi lavora di chi fa vedere questi video mi dispiace molto x questi ragazzi io sono minorenne una volta ho commesso un reato ma l’udienza presto mi presento in penale spero che vada bene che non mi arrestano:(

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