La presentazione di un dvd e di due nuovi manuali di storia quando viene affidata a Moni Ovadia diventa qualcos’altro, l’occasione di assistere ad uno spettacolo inedito e impegnato. E la Shoah e la memoria dello sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti acquista un diverso valore e una nuova forza che non è la consueta, spesso “rimasticata” rievocazione.
E’ quanto è accaduto lunedì 8 febbraio, nell’Auditorium del Monastero dei Benedettini, con la presentazione del video Il dovere di ricordare. Riflessioni sulla Shoah. Il DVD, prodotto da G.B. Palumbo Editore, è un supporto didattico, riservato ai docenti, a corredo di due nuovi manuali di storia, Di fronte alla storia e La storia e noi, editi dalla stessa casa editrice e di cui sono autori Pietro Cataldi, Ennio Abate, Sara Luperini, Lidia Marchiani, Cinzia Spingola.
La presentazione è stata curata dalla stessa casa editrice, dall’ADI SD e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, con la partecipazione di Moni Ovadia, curatore e voce narrante, di Pietro Castaldi, e di Elisa Savi, regista. Lettori d’eccezione alcuni protagonisti del mondo dello spettacolo come Antonio Albanese, Nicoletta Braschi, Lorenzo Cherubini, Luciana Littizzetto e altri che hanno dato voce alla rievocazione della Shoah, puntando sul coinvolgimento emotivo degli studenti a cui esso è destinato, attraverso la lettura di testi significativi di testimoni di quella terrificante tragedia.
Al termine della proiezione, Moni Ovadia ha insistito sul senso da dare alla giornata della memoria per evitare che si isterilisca in forme ripetitive e acritiche e soprattutto ha messo in guardia dal dilagare di posizioni revisioniste e negazioniste. Affrontando con la sua consueta energia e con parole chiare e incisive il nodo della questione, ha ricordato come lo sterminio degli Ebrei sia stato il frutto di un clima culturale diffuso, durante il quale le coscienze individuali erano in gran parte come assopite nel delirio collettivo di una cieca obbedienza al credo della supremazia di una razza ritenuta superiore.
Ha ribadito come il razzismo sia un male collettivo e come esso sia sempre presente, più che mai anche ai giorni nostri, identificando negli immigrati, nei disagiati sociali, nei “diversi”, gli ebrei di oggi, che pagano con l’esclusione dalla società civile e spesso anche con la vita la loro marginalità.
Ha ricordato come sia indispensabile che i giovani crescano nella consapevolezza della personale responsabilità nel combattere i rischi insiti in una mentalità che non guarda ai propri simili come fratelli, a prescindere dal loro colore, dalla loro religione dalla loro cultura.
L’iniziativa, pur partendo da una esigenza di promozione editoriale e di visibilità dei soggetti proponenti, ha avuto l’indubbio merito di creare nella nostra città un’occasione di coesione e di confronto in un momento in cui la disgregazione e il disimpegno sembrano avere il sopravvento tra i giovani.
Il ricordo delle tante vittime innocenti diviene così non solo un dovere morale, ma anche uno strumento di crescita di un presente al riparo dal rischio dell’indifferenza e di pericolose derive.
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