A fine settembre, nella elegante cornice dei portici del cortile di Palazzo Minoriti, per iniziativa della Provincia regionale di Catania è ritornata al suo secondo appuntamento la Mostra di arte e mestieri “Artigianato tipico di eccellenza”.
E’ stata come una rinfrescante pioggerellina autunnale dopo l’afoso diluvio estivo di finte e improbabili fiere artigianali che infestano molti paesi etnei, peraltro anch’esse regolarmente foraggiate dalla Provincia, e che hanno il loro principale centro di interesse nelle bancarelle gastronomiche.
Non vastissima ma sempre di gran pregio la gamma delle lavorazioni messe in mostra: le ceramiche del Calatino, le nuove tecniche di decorazione delle terre cotte, la forgiatura del ferro, la pietra lavica lavorata a freddo e la nuova tecnica della ceramizzazione, i ricami, l’arte del carretto e quella dell’Opera dei pupi.
Alcune lavorazioni hanno attirato in particolare la nostra attenzione: l’alto livello qualitativo che ha raggiunto la pur giovane tecnica della ceramizzazione della pietra lavica che ormai si estende alla creazione di bigiotteria e di oggetti d’arte; il ritorno dell’antichissima arte della lavorazione a freddo della pietra lavica; i cesti di canne che trattengono l’acqua come se fossero di plastica o di metallo; il ricamo in filo d’oro e d’argento per paramenti liturgici.
La mostra prevedeva non solo l’esposizione dei prodotti finiti ma anche, e questa ci sembra una scelta fortemente caratterizzante, la dimostrazione in diretta delle modalità di lavorazione per cui il visitatore aveva la sensazione di aggirarsi in un grande cortile-bottega in cui gli artigiani, a turno, davano prova dal vivo della loro abilità: ceramisti, decoratori, cestai, calderai, fabbri, ricamatrici, scultori del legno, della pietra lavica e di metalli.
Questa manifestazione ha dimostrato non solo che l’artigianato tradizionale ancora vitale ma che mostra anche una sorprendente capacità di rinnovarsi sia nelle tecniche di lavorazione, nelle soluzioni progettuali e nella elaborazione di nuove modalità espressive, capaci anche di venire incontro ai gusti delle giovani generazioni: si pensi, ad esempio, alla bigiotteria in pietra lavica ceramizzata o in metallo sbalzato.
E’ questa forse la principale lezione che gli stessi organizzatori della manifestazione e altri soggetti istituzionali dovrebbero trarre, orientando diversamente i loro investimenti in questo settore. Non basta infatti il semplice auspicio che questi mestieri non scompaiano, occorre assicurare loro una possibilità concreta di continuità, con finanziamenti mirati alla formazione professionale, al sostegno dell’occupazione, alla definizione di standard di qualità, alla commercializzazione dei prodotti.
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