Tratto da: http://www.articolo21.info/, Catania. Messinscena per un caduto sul lavoro di Giuseppe Crapanzano
Le indagini lo hanno confermato: a Catania, l’uomo trovato in strada, non era la vittima di un pirata della strada. Era morto in un cantiere e spostato perché non emergessero gli abusi e perché nessuno pagasse.
Un pedone travolto da un’auto in un piccolo incrocio di periferia, nel quartiere San Giorgio, periferia Sud di Catania.. Ma le macchie di sangue sul selciato non convincono gli investigatori. Quell’uomo, Filippo Leonardi, 43 anni, operaio edile, infatti non e’ stato ucciso da un’auto pirata ma e’ un morto sul lavoro, precipitato dal tetto di una casa in costruzione. E’ successo venerdi’, alla fine di una settimana di duro lavoro.
E il fatto stava per essere archiviato come un incidente stradale, seppure sospetto
Sono stati proprio i primi rilievi sulla strada e la testimonianza non convincente di due giovani che hanno dichiarato di aver visto un’auto travolgere l’operaio, a spingere la polizia a controllare alcuni cantieri vicini.
In uno di questi sono state trovate tracce ematiche. Si tratta di un cantiere dove si stanno realizzando due case di due piani ciascuna. Senza alcun permesso. E sul tetto dell’abitazione da dove l’operaio sarebbe precipitato, sono state trovate anche un paio di bottiglie d’acqua, ora all’esame della scientifica per la comparazione col dna della vittima.
I sospetti sono diventati verita’ quattro giorni dopo i fatti, perche’ a confermare che Filippo Leonardi e’ morto mentre lavorava e’ stato il proprietario dell’immobile, che, vista la piega presa dall’indagine, ha ammesso l’incidente sul lavoro, riferendo pero’ che il corpo dell’operaio e’ stato portato in strada in attesa dell’ambulanza. Una versione tutta da verificare. Controllando le chiamate ai servizi di soccorso, per esempio. E resta da spiegare il motivo della testimonianza dei due giovani resa nell’imminenza dei fatti ai vigili urbani. Senza considerare che e’ una regola fin troppo conosciuta nei cantieri quella di non toccare il corpo di un traumatizzato, ma attendere l’arrivo dei sanitari.
E se Leonardi fosse stato ancora vivo? Se per lui ci fosse stata ancora una possibilita’ di salvezza?.
Se le cose stanno cosi’ – dice il segretario degli edili della Cgil di Catania, Claudio Longo – siamo alla barbarie. C’e’ voluto un morto per scoprire, ad esempio, che in una zona della citta’ si costruiva abusivamente. Si fa un gran parlare della cultura della sicurezza sul lavoro, ma qui siamo in presenza di fatti gravissimi. Vuol dire che non esiste alcun controllo. Che l’illegalita’ e’ la regola.”
Il sindacato chiedera’ di costituirsi parte civile se ci sara’ un processo.
Il procuratore della repubblica di Catania, Vincenzo D’Agata parla di massima attenzione sul caso, per stroncare sul nascere forme di imbarbarimento sui luoghi di lavoro. Stiamo valutando – ha aggiunto in queste ore – quali iniziative adottare e quali reati contestare”.
Filippo Leonardi aveva due figli. Era tornato due anni fa dalla Germania, dove aveva lavorato sempre nell’edilizia. Era entrato in quel giro di lavoro nero a giornata, dove non esistono regole se non quella di non rifiutare mai un’opportunita’, qualunque sia.
Dall’inizio dell’anno nel solo comparto edilizio i caduti sul lavoro in Italia sono stati 67.
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