L’UDI di Catania chiede alle donne, prima di tutto, oltre che alle istituzioni In questi giorni e fino al 19 luglio, è in corso a New York presso l’Alto Commissariato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, la riunione del
Da qualche giorno i cancelli del C.A.R.A. di Mineo sono stati ufficialmente aperti al Centro Astalli di Catania. L’entusiasmo dei volontari al via libera dal Ministero dell’Interno, interiorizzato sobriamente in pieno stile Centro Astalli, ha immediatamente lasciato spazio alla voglia di operare,
Ci sentiamo invasi. Quando ci viene data la notizia di nuovi arrivi, di nuovi sbarchi, ci sentiamo oggetto di una vera e propria invasione. O così ci viene presentata la situazione dai media o da molti politici. I numeri presenti nelle statistiche
Non è una reggia, ma una costruzione abbastanza anonima, collocata alla periferia della città, zona Zia Lisa, in mezzo ad altre costruzioni in odore di abusivismo. E’ la Casa di Accoglienza Padre Pino Puglisi, un bene confiscato alla mafia e affidato nel
Le percezioni restano cromaticamente cupe. Anche adesso che al Palazzo delle Poste il buio ha ceduto la scena alla luce bianca e intensa di due fari. La sensazione è quella che un altro mattone è stato posto a rinvigorire il muro che
Finito il terzo presidio a Mineo con un altro riscontro incoraggiante per la partecipazione dei migranti, un po’ meno per gli indigeni , penso sia necessaria una riflessione sul lavoro svolto, sul contesto regionale e sullo stato di salute su ciò che
Alcune immagini del momento di festa vissuto ieri davanti al CARA di Mineo. Un 25 aprile di solidarietà e accoglienza organizzato dagli antirazzisti catanesi
Il 25 aprile ha rappresentato, dalla fine del secondo conflitto mondiale, la data simbolo del riscatto e della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Nel corso degli ultimi anni, dall’inizio della cosiddetta seconda repubblica, è però cresciuta l’insofferenza verso questa ricorrenza, anche perché in
Riportiamo per intero la testimonianza di un giovane volontario del Centro Astalli, Giovanni Sciolto, che ha condiviso un momento di vita quotidiana con alcuni stranieri che vivono al Palazzo delle Poste di Viale Africa. Rimasi in equilibrio sul cornicione mentre il treno
Non è stata per loro un’esperienza romantica, ma un’esperienza tragica, anche se positiva. Per questo motivo i Tunisini non amano chiamarla “Rivoluzione dei gelsomini” e preferiscono parlare di “Rivoluzione di libertà e di dignità”. Lo ha detto Karim Hannachi, professore tunisino, sabato