San Berillo, la pandemia e due chili di riso

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Sta per finire il rigido confinamento che ci ha tenuti a casa per circa due mesi. In questa fase, che speriamo di lasciarci alle spalle con tutte le sue difficoltà, particolarmente gravi per alcune persone, qualcuno è riuscito a trovare forme di condivisione con i più fragili, rompendo ogni schema di perbenismo moralistico e andando al cuore della vera solidarietà.

Ci racconta la sua esperienza Francesco Grasso, conosciuto da tanti come Franchina, travestito che da oltre trent’anni lavora a San Berillo. E che ha raccontato in due libri, “Davanti alla porta” e “Ho sposato San Berillo”, un quartiere diventato la sua vera famiglia, a tal punto che gli è stato ‘naturale’ affrontare e condividere insieme agli altri le difficoltà di questi giorni difficili.

Franchina ha scritto due lettere di ringraziamento a tutta la comunità della chiesa Crocifisso della Buona Morte di piazza Falcone il cui parroco, Pippo Gliozzo, da anni silenziosamente attua un percorso di inclusione di prostitute, omosessuali, transessuali e di chiunque cerchi Dio, nessuno escluso.

Non è facile, particolarmente per me che sono sempre vissuto per strada, restare a casa per obbedire al decreto .

Anche la mia fede è stata messa a dura prova, mi sono chiesto: come posso vivere in solitudine il Vangelo se non posso avvicinarmi agli altri? Se non posso consolare ed essere consolato? Se l’altro non è più mio fratello ma il mio untore ed io per lui?

Dopo la prima settimana, recluso a casa – prosegue – con tristi pensieri che mi affollavano la mente, mi sentivo depresso e pieno di dubbi. Ricevo una telefonata da un ragazzo gambiano che vive a San Berillo per strada, mi dice che in due giorni ha mangiato solo un panino e ha bevuto un po’ di latte dentro l’Eurospin. Nella stessa condizione si trovano gli altri ragazzi che vivono a San Berillo. Sono oltre 40. Mi ha chiesto ‘cibo, cibo per favore, è tutto chiuso e siamo senza soldi, perchè nessuno compra la marjuana’.

Dopo quella telefonata d’istinto prendo dei soldi e vado al supermercato e compro 2 chili di riso, pomodoro e carne e la domenica mattina cucino a casa mia e vado a San Berillo con la paura di prendere una multa dalla polizia. E’ andata bene per fortuna… arrivo e i ragazzi mangiano, mangiano tutto e mi dicono Dio ti benedica.

E da quel giorno è cambiato tutto. Dio ha risposto ai miei dubbi, alla mia poca fede, al mio ateismo. Ho ricevuto da conoscenti e da sconosciuti soldi e buoni spesa, è arrivato un furgone con mille euro di spesa da una persona che mi ha visto solo una volta per la presentazione del mio libro. Ho ricevuto aiuti da tanta gente per sostenere le prostitute, i ragazzi gambiani e le famiglie italiane di San Berillo.

Anche da voi, che leggete questo racconto e avete contribuito generosamente. Voglio ringraziarvi uno per uno chiamandovi per nome.

La gioia e la benedizione che ho ricevuto la voglio dare anche a voi perchè per me è troppa.

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