Anche quest’anno il circolo Uaar di Catania e Cobas Scuola della provincia di Catania hanno bandito il concorso per un elaborato testuale, in forma di racconto o saggio, ispirato ad una frase di Margherita Hack. Concorso aperto a tutti gli studenti del triennio superiore della scuola secondaria di secondo grado, che frequentano istituti della Provincia di Catania. La premiazione ha avuto luogo il 13 giugno scorso, alla presenza dei giovani autori i cui elaborati sono stati ritenuti più meritevoli.
La tematica dell’elaborato, come abbiamo già scritto, era libera e poteva affrontare aspetti sociali, civili, legali, scientifici, filosofici, economici o politici, avendo come riferimento il seguente pensiero della scienziata italiana: “La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto. In una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede”.
Anche quest’anno, a giudicare i lavori è stata chiamata una commissione formata da Maurizio Caserta e Daniele Condorelli, docenti dell’Università di Catania, Salvatore Distefano, presidente dell’Associazione Etnea di studi storico-filosofici, Teresa Modafferi, docente della scuola secondaria e Monica Savoca, docente dell’Università di Messina. I componenti della commissione hanno dovuto vagliare un numero cospicuo di elaborati presentati: tre volte superiore a quanto si era verificato nel corso della prima edizione 2024.
Alcuni testi esaminati hanno inteso esprimere dubbi sul ruolo della Scienza, perfino rivisitando la figura di Eva rispetto al contesto in cui la inseriva il pensiero di Margherita Hack, ma il contenuto degli elaborati è risultato essere incentrato prevalentemente sul rapporto tra le religioni da una parte e la ricerca e il desiderio di conoscenza, che caratterizzano l’essenza dei procedimenti scientifici, dall’altra.

Come esposto nel corso della premiazione dalla Professoressa Savoca, i testi sono apparsi tutti ben strutturati, dotati di adeguata forma e fluidità narrativa, a dimostrazione di un elevato impegno da parte dei concorrenti.
In alcuni casi, sono state tentate strade espositive molto originali, anche in forma poetica, e i testi di alcuni partecipanti al concorso hanno perciò ricevuto una menzione speciale, a prescindere dalla graduatoria finale.
Il terzo premio è stato assegnato a Sarah Sicali, dell’Istituto Archimede di Catania. La giovane studentessa è stata premiata dal Prof. Condorelli, che ha commentato il seguente estratto dall’elaborato: “Eva assaggiò il frutto della conoscenza per placare e allo stesso tempo far sbocciare la sua voglia di conoscere (…) Per quanto questa scena viene raffigurata nella Bibbia come un atto di disobbedienza, le scienze umane lo proclamano un normale comportamento della mente umana (…) Il funzionamento della nostra mente viene spesso paragonato a quello di un computer, anche se per alcuni è più corretto pensare che un fenomeno complesso come questo non può essere paragonato alle scienze computazionali. Per quanto questo fenomeno sia complicato, è anche vero che a tutti noi viene spontaneo chiedersi il perché agiamo in una certa maniera piuttosto che in un’altra. La filosofia della mente è stata creata per appunto fornirci queste informazioni”.
Il secondo premio è andato a Federico Caltabiano, dell’Istituto Principe Umberto di Catania, premiato dal Prof. Caserta, che si è congratulato con l’autore per aver sottolineato l’aspetto umano che attiene al conflitto tra razionalità e credenze, sintetizzato dal seguente estratto: “Il conflitto tra religione e scienza sembra inevitabile se si pensa che la scienza si basa sul metodo scientifico, empirico e basato su prove e osservazioni, mentre la fede religiosa si basa su rivelazioni e testi sacri. L’approccio è diverso: la scienza si concentra sul come mentre la religione sul perché, rispondendo al bisogno primordiale dell’uomo di comprendere i misteri della natura, della vita e della morte”.
Il vincitore di questa edizione del concorso è stato Simone Brunetti, dell’Istituto Boggio Lera di Catania, premiato dal Prof. De Cristofaro, per la chiarezza dell’esposizione, estesa anche a tematiche sociali, come testimoniato dal seguente estratto dall’elaborato: “La storia è disseminata di conflitti nati da incomprensioni, differenze culturali o religiose, e dalla paura dell’altro. Paura che, spesso e volentieri, nasce dall’ignoranza. Se l’istruzione non fosse ancora un privilegio riservato a pochi, si sarebbe più propensi a risolvere le discordie con il confronto. Si prenda in esame il conflitto in Palestina: una guerra che dura da decenni e affonda le sue radici in motivi religiosi e storici. Una tale guerra è di certo alimentata dall’ignoranza; le masse, cresciute immerse nella propaganda, si alimentano d’odio e spesso non comprendono neanche le dinamiche che le circondano. I governanti, avidi e corrotti, fanno leva proprio sulle ideologie del popolo, strumentalizzandole per renderle un’arma adatta alla manipolazione. L’istruzione dà agli individui la capacità di difendersi da quest’arma: la consapevolezza”.
A ognuno dei giovani autori premiati è stata donata una copia del libro “Le scelte di vita di chi pensa di averne una sola” di Raffaele Carcano, autografata con dedica dall’Autore, e un buono per acquisto in libreria.
Gli organizzatori hanno inteso ringraziare le dirigenze degli Istituti scolastici della provincia, che per questa edizione del premio hanno voluto fornire maggiore evidenza al concorso, rispetto all’anno precedente. Si augurano un ulteriore incremento dei partecipanti per il 2026, così che ancor più giovani possano far evolvere i presupposti del pensiero critico ed esprimere le loro opinioni emancipandosi da pregiudizi, luoghi comuni e dogmi, facendo propri il principio di razionalità e il dubbio metodologico come fondamenti di analisi.