“Spesso, in questi anni, – sono ancora le sue parole – mi sono chiesto come sia cresciuta la dignità della Sicilia e dei siciliani che pensavo potesse essere incarnata da questi alberi. A volte penso che è venuta su rachitica, malata. E mi verrebbe di cedere allo sconforto. Altre volte sono sconsideratamente fiducioso. Soprattutto quando mi soffermo sul sorriso sornione di quei due, che, nella foto sul muro davanti alla mia scrivania, continuano a sussurrarsi qualcosa all’orecchio. Non so cosa si dicano, ma il guardarli mi rincuora sempre”.
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