Più che una carovana a Catania è stata una diligenza. Eravamo meno di quanti, accomunati dal possedere la mitica vespa, nello stesso momento si radunavano in piazza Duomo.
Le bandiere sui referendum, gentilmente offerte e collocate sulle bici, hanno poi reso più visibile il messaggio dei referendum piuttosto che quello della “carovana internazionale antimafie”. Ma non ci preoccupa. Anche i referendum sono – per lo strumento e per il contenuto – espressioni di riappropriazione delle risorse e del nostro futuro.
Siamo partiti da piazza Borsellino. Una prima sosta a San Cristoforo, nella piazzetta di fronte  a “Le Salette”. C’eravamo solo noi. Un breve intervento di Giovanni Caruso del GAPA per esprimere la sua amarezza nel constatare come quella piazza non sia stata mai accettata dal quartiere; ignorata ed oggi luogo di smercio illegale. Un esempio, come tanti altri, di spazi cittadini mal gestiti o sgomberati, per poi essere abbandonati dalla Amministrazione comunale. Un cantastorie, Peppino Castello, a raccontarci e a cantare la storia di Falcone e Borsellino.
E poi, di nuovo in bici, verso piazza Palestro. Lungo il percorso gli sguardi erano di curiosità mista a sufficienza. Dalle bici un invito: andate a votare il 12 e il 13 giugno!!! Qualcuno ha voluto esprimere il suo assenso; altri il loro cinismo.
Di sera, sui terreni confiscati alla mafia, oggi della Cooperativa “Beppe Montana Libera Terra”, la presenza era molto più numerosa. Buona musica, cibo genuino, brevi interventi, ma intensi nei contenuti. Una festa! I visi sorridenti degli organizzatori avevano i segni della stanchezza ma anche di tanta soddisfazione. Luigi Ciotti ha voluto ricordarci di andare oltre “il parlare di mafia”: gli intrecci con la società “civile”, il riciclaggio, l’importanza del voto del 12 e 13 giugno. “Libertà di coscienza ma votate 4 sì”.

Argo

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