L’altra Catania è a poche decine di metri. Rifiuti sparsi e maleodoranti costellano ancora – intorno alle ore 22 – piazza Carlo Alberto, dove si è chiuso il mercato pomeridiano.
E’ il regno della sporcizia e dell’incuria. Cartoni, sacchi neri, cassette, rifiuti organici, abbandonati al centro e ai bordi della piazza, raccontano il fallimento dell’ordinanza del sindaco Bianco che doveva segnare l’avvio della raccolta differenziata.
Firmata il 12 settembre scorso si prefiggeva l’obiettivo della diminuzione dei rifiuti conferiti in discarica e l’innalzamento della percentuale di differenziata, oltre alla salvaguardia dell’igiene e della salute dei cittadini. E naturalmente del decoro della città.
Nell’ordinanza vengono indicati i divieti (abbandono indiscriminato di rifiuti) e gli obblighi dei titolari degli esercizi commerciali, compresa la “rimozione di ogni forma di rifiuto (carta, tovaglioli, bottiglie, pacchetti e mozziconi di sigarette, etc.) lasciato a terra dagli avventori nell’area antistante il proprio esercizio”.
Non manca la promessa di un incisivo controllo da parte delle autorità competenti né la minaccia di multe salate, fino ai 500 euro.
Tutto lettera morta. Per rispettive responsabilità di esercenti e amministrazione?
Fatto sta che di decoro non c’è neanche l’ombra, neanche nella notte dei musei in cui
la città dovrebbe esprimere il meglio di sé.
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