La storia raccontata ieri, dieci luglio, è quella -come spesso scrivono i giornali freddamente- di una vendetta trasversale, ed è accaduta proprio a Catania.
La colpa di Liliana era quella di essere la moglie di un pentito e di non essersi prestata a ordire una trappola che spingesse il marito a interrompere la collaborazione con la giustizia. Anzi, lei mise in guardia il suo uomo che anche dopo continuerà sulla strada della collaborazione.
I killer – quattro – la raggiunsero in pieno centro, in via Garibaldi, mentre stava facendo la spesa, in salumeria. Alla mafia non bastò. Pochi metri più in là, uccisero anche la madre della giovane donna, Agata Zucchero.
Leggi l’articolo di Turi Caggegi a questo link
Avevamo una perla e la stiamo distruggendo. E’ la sanità pubblica. E’ il sistema sanitario…
Dopo aver sperimentato l’esaltante esperienza della concertazione per San Cristoforo, a cui si potrebbe aggiungere…
Riceviamo da Massimiano Aureli, coordinatore regionale dell’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), un contributo che,…
Su un'immagine di Mauro Biani le parole sempre attuali di Bertold Brecht
Riceviamo e pubblichiamo il messaggio di Andrea C., che ci segnala una nuova struttura commerciale…
Cari fratelli, buona sera. Con questa semplice ed amichevole espressione di saluto Jorge Bergoglio la…