Nel numero di agosto viene segnalato l’impegno dell’associazione Midwives for Peace (Ostetriche per la pace), costituita da 24 ostetriche palestinesi e israeliane, che -da cinque anni- cercano di assicurare buone condizioni sanitarie e assistenza al parto alle donne palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana.
Le donne palestinesi, come leggiamo su Mediterranea, “devono fronteggiare la scarsità di forniture mediche, di servizi di assistenza adeguati, di presidi vicini alle abitazioni delle partorienti”.
Affrontano il parto in condizioni particolarmente drammatiche soprattutto quelle che vivono nei campi profughi e nelle zone desertiche, oppure quelle che vengono fermate -anche per delle ore- ai posti di blocco senza assistenza adeguata e nella disperazione della famiglia.
L’intervento delle ostetriche di Midwives for Peace, con il miglioramento delle cure ostetriche d’emergenza, riesce spesso a salvare la vita della mamma e quella del bambino che nasce.
L’associazione promuove anche la formazione delle ostetriche, che diventano le accompagnatrici al momento del parto, lavorano a fianco dei medici negli ospedali in Palestina.
In Israele le ‘Ostetriche della pace’ operano a ridosso del muro di separazione per effettuare interventi umanitari d’emergenza.
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