L’inchiesta va avanti a rilento. Nel frattempo il procuratore Enzo D’Agata va in pensione e in attesa della nomina -peraltro travagliata- del suo successore, nell’interregno, il reggente Patanè dribbla la richiesta firmata da ben quattro pm di rinviare a giudizio Lombardo per concorso in associazione mafiosa. Così: ipotizzando la derubricazione del reato ed escludendo la prevista, legittima decisione del giudice per le indagini preliminari.
Cita cioè direttamente a giudizio Lombardo per un reato minore, violazione delle legge elettorale. Una decisione sicuramente discussa se non discutibile che ha sollevato le proteste di tanti e – dice Messina – non ha allontanato i sospetti sull’operato del governatore.
Leggi l’articolo di Sebastiano Messina su Repubblica
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