Categories: Periferie

Bulli & botte

Torniamo sugli episodi di bullismo il sabato sera a Catania, in piazza Teatro Massimo. L’occasione ce l’offre una lettera di alcuni studenti del Liceo Boggio Lera. Eccola.
Sicuramente conoscerete il classico gioco siciliano “coppa o’ scuru” che si fa tra amici e che consiste nel percuotersi senza farsi (troppo) male all’interno di una stanza al buio. Ebbene, se non vi è mai capitata l’occasione di provare a giocare, potreste farlo il sabato sera andando in giro per le vie della città. Questo è quello che è capitato a un gruppo di studenti che sono stati “invitati a giocare” da un gruppo di coetanei nella nota piazza Teatro Massimo. La domanda che sorge spontanea è “ma il buio nella piazza dov’è?”.
A Catania tutto è possibile. Intorno alle 23:00 del suddetto sabato, infatti, la piazza era (per motivi sconosciuti) completamente al buio e gli sfortunati studenti la stavano attraversando per recarsi in uno dei locali vicini. E’ stato in quel momento che il gruppo d teppisti li ha aggrediti dicendo “coppa o’ scuru”….
Gli aggrediti non hanno reagito per non rovinare un sabato sera tra amici. Gli aggressori, però, non contenti della mancarta rissa, continuavano a provocare i malcapitati, fino a che costoro non hanno reagito e …. la rissa c’è stata.
Fortunatamente alcune persone che si trovavano nei locali vicini sono intervenute e la vicenda si è conclusa senza gravi conseguenze. Qualcuno potrebbe chiedere: “ma l’esercito inviato dal governo per una città più sicura?…”. Esso è presente. Di giorno, in via Etnea, dove transitano solo persone che si recano al posto di lavoro o a fare acquisti e dove, specialmente nei giorni feriali, non accade nulla di particolare.
Qualcun altro potrebbe replicare: ” ma non potevate chiamare la polizia?”. Lo abbiamo fatto e siamo anche rimasti lì per una buona mezz’ora dopo l’accaduto, ma non si è vista nemmeno una pattuglia.
Non c’è molto da dire se non ripetere quanto abbiamo già detto. Purtroppo anche i bulli sono i nostri figli. Interroghiamoci su cosa abbiamo trasmesso loro e cosa abbiamo loro negato. E poi ci vorrebbe ben poco a far finire le aggressioni , qualche volante e qualche poliziotto in più. E nuove assunzioni nel campo della pubblica sicurezza, magari utilizzando i fondi che il governo vuole stanziare per le ronde. Meno parole e meno slogan rassicuranti, più rispetto per le regole (da parte di tutti) per non abbandonare la nostra bellissima città – e tutto il nostro paese – al degrado.

Argo

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