Posti esauriti, ma il convegno è cancellato.
Procediamo con ordine. Con la legge n.27 del 1marzo 2024, il 4 novembre è diventata la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, nella quale “Le istituzioni e gli istituti scolastici possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria, nonché sul ruolo delle Forze armate nell’ordinamento della Repubblica”.
Il 4 novembre del 1918, però, è la data in cui entrò in vigore l’Armistizio di Villa Giusti fra l’Italia e l’impero Austro-Ungarico. Un’occasione propizia per riflettere sulla prima guerra mondiale e sulle responsabilità delle “civilissime” potenze europee, protagoniste di un conflitto che venne autorevolmente definito “una inutile strage”.
Ma secondo il Ministero dell’Istruzione (e del merito) bisogna sottolineare patriottismo e sacrifici, quasi che oggi non fossero in atto conflitti durissimi (a partire dal genocidio in Palestina) e concreti pericoli di “una terza guerra mondiale a pezzi”. Senza, oltre tutto, prendere in nessuna considerazione il ripudio della guerra presente nella nostra Costituzione (art. 11).
Di fronte a tutto ciò, nella convinzione che la scuola debba educare alla pace, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva organizzato per la giornata del 4 novembre un convegno nazionale di formazione e aggiornamento (così come previsto dal contratto nazionale di lavoro), rivolto al personale scolastico, dal titolo “4 novembre, la scuola non si arruola”.
In pochissimi giorni avevano aderito mille docenti (il massimo consentito) e tanti altri avevano, purtroppo, dovuto rinunciare. Tutto bene dunque? Assolutamente no. Forse preoccupato per “cotanta partecipazione” il ministero è immediatamente ricorso ai ripari. Ha comunicato agli organizzatori che “l’iniziativa “La scuola non si arruola” non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti”.
In altre parole, a scuola non si deve ragionare criticamente e non si deve educare alla pace, al massimo ci si può impegnare nella propaganda, proposta dal governo di turno. Tutto ciò violando il citato articolo 11, ma anche negando un altro articolo della Costituzione, il 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
Ancora, nel pomeriggio in tante città italiane (a Catania appuntamento alle 17 in piazza Dante) si svolgeranno presidi e manifestazioni “per frenare l’avanzata militaristica nella società civile e, in particolare, nella scuola e nelle università”. Elenco completo delle manifestazioni: https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/31/piazze-4-novembre-osservatorio-per-dire-il-4-novembre-non-e-la-nostra-festa/
Di fronte a una censura, che sa tanto di regime, l’Osservatorio ha deciso di svolgere ugualmente un convegno la mattina del 4, invitando alla partecipazione non solo il mondo dell’istruzione e della cultura, ma tutti i cittadini, che hanno a cuore la difesa della libera espressione del pensiero. Alleghiamo il PDF con il programma.
Infine, vista la gravità della situazione, oggi, domenica 2 novembre alle ore 18,00 si svolgerà un’assemblea nazionale on line per confrontarsi su quanto accaduto e sui modi migliori per difendere democrazia e diritti.
Link per partecipare: https://us02web.zoom.us/j/82267083429?pwd=YsXDQuIGvaMHKNsJAcmxVnRAp2bKaV.1
ID riunione: 822 6708 3429
Codice d’accesso: 844176
Come diceva il presidente Pertini, di fronte all’ingiustizia e ai soprusi, “A brigante, brigante e mezzo”.



. Il governo regionale , con lapprezzamento della UE, ha deciso di candidare a un uso “dual”, ovvero civile e militare, l’aeroporto Bellini di Fontanarossa ; potrà seguire il porto dual e, perché no?, il tiro a segno dual per ritrovarci a breve con le armi in casa e, in particolare, con gli insegnanti con la pistola nel cassetto della cattedra come auspicato da Trump; ovvero la scuola dual cui pare che aspiri Valditara, ministro dell’istruzione e del merito (militare) su delega della Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Meloni.
Per anni abbiamo scritto nelle programmazioni che annualmente facevamo a scuola tra le finalità educative quella dell”educare alla pace” !! Oggi invece un convegno su “La scuola non si arruola” per promuovere la cultura della pace non appare secondo Valditara ” coerente con le finalità di formazione del personale docente presentando contenut e finalità i estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti” Veramente Il mondo all’incontrario!!!
Non è semplice lasciare un commento sui molti aspetti che l’articolo propone, quasi a senso unico.
Se l’articolo 11 della Carta Costituzionale è sacrosanto altrettanto, e forse di più, lo è l’articolo 33 e lo dico da docente che ha sempre difeso la libertà e l’autonomia dell’insegnamento e della ricerca scientifica.
Mettere però in un unico calderone Villa Giusti e il genocidio palestinese mi sembra eccessivo e forse storicamente errato.
E sul riarmo, anziché dire tout court La Scuola non si arruola (che sa di slogan vuoto) sarebbe meglio sottolineare la assoluta necessità di una difesa comune europea “contro il riarmo dei singoli stati”.
E’ fuor di dubbio che l’Europa dovrà avere un esercito comune, le cui attrezzature siano le medesime in Polonia, in Francia e in Italia, mentre con le iniziative in atto rischiamo di riarmare stati federati e non una Unione Europea realmente Politica.
E’ questo il vero obiettivo cui bisogna educare i nostri giovani.
Sparare ad alzo zero contro le forze armate mi sembra un errore, contrastare la deriva militaristica di Trump, del governo Meloni e la censura di Valditara è, a mio avviso, un imperativo categorico.