Carri armati, droni, elicotteri da combattimento, veicoli blindati e mezzi storici hanno occupato dal 2 al 5 ottobre l’area attorno al teatro Politeama, cuore di Palermo. Il “Villaggio dell’Esercito”, allestito per volontà del ministro Crosetto con il beneplacito del sindaco Lagalla e la presenza “rassicurante “ del presidente della Regione, è stato presentato sul sito del Comune come un evento ”unico”, organizzato per “avvicinare la popolazione al mondo militare “.
I bambni sono stati coinvolti mettendogli tra le braccia fucili più grandi di loro, le famiglie hanno scattato foto mentre salivano sorridenti sui carri armati, soldati in uniforme hanno mostrato con orgoglio strumenti di morte come fossero giocattoli. E intanto su un maxischermo scorrevano immagini di guerra con truppe in marcia, elicotteri in volo, missili che colpiscono obiettivi.
Le armi presentate come strumenti tecnogici attrattivi, la guerra trasformata in un gioco appassionante: non sono scelte causuali, contribuiscono a promuovere una narrazione della guerra come fatto “normale”, a diffondere il culto delle divise, facendo dimenticare la terribile distruzione generata dalla guerra e la necessità di educare, soprattutto le giovani generazioni, alla pace.
Non a caso l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, ha chiesto all’Ufficio Scolastico Regionale di non sponsorizzare questo evento e ai docenti di non rendersi disponibili ad accompagnarvi gli studenti. La scuola è, infatti, “incompatibile con la cultura della difesa che utilizza la guerra e il riarmo per parlare di pace”.
Contro l’evento di Palermo non sono mancate, inoltre, le proteste di “collettivi, sindacati, associazioni e realtà studentesche che hanno denunciato la militarizzazione dello spazio urbano e la propaganda bellicista dietro la facciata ‘educativa’ ”. C’è stato anche qualche scontro con la polizia, presente in tenuta antisommossa. Ed un tavolo tecnico convocato dal Prefetto su richiesta dei manifestanti, che non sono tuttavia riusciti ad ottenere l’annullamento dell’evento, organizzato da mesi e voluto dal ministro della Difesa in persona.
Che ci sarebbero state delle proteste era previsto dagli organizzatori che hanno cercato di controllare anche il modo in cui l’evento sarebbe stato raccontato e interpretato.
Lo vediamo dal video che riprendiamo di seguito, girato da Attivamente, una organizzazione giovanile, dalla cui pagina facebook apprendiamo che fa “informazione e attivismo antimafia, e non solo“.
Il video mostra come in piazza a Palermo sia stata esibita la “normalizzazione” della guerra. E, nel commento, si nota come ciò avvenga in un momento in cui l’Europa e l’Italia si preparano a lanciare un piano di riarmo che prevede l’investimento di centinaia di miliardi. Risorse che saranno sottratte alla istruzione pubblica, alla sanità, ai trasporti, alle infrastrutture.
Investire così i soldi pubblici – proseguono gli attivisti – è un vero e proprio schiaffo ad una città come Palermo e ad una regione come la Sicilia, in cui gli ospedali sono al collasso, le strade un colabrodo, le scuole fatiscenti. Drammatiche carenze testimoniate anche dai recenti crolli che hanno interessato soffitti di strutture ospedaliere e di scuole, e strutture di ponti.
Nessun crollo, invece, per il presidente Schifani, presente in piazza e direttamente interpellato, “non crolla nulla, sono solo allarmismi, stiamo lavorando”
Ma c’è di più: mentre il video viene girato, gli attivisti vengono interroti e controllati dal servizio d’ordine. Di che tipo di ripresa si tratta? viene chiesto ai giovani. Quale valutazione viene data dell’evento? Positiva o negativa? Non si possono, infatti, fare video che diffondano “negatività”. Le riprese sono permesse solo a livello personale, non per diffondere una lettura critica che possa andare sui social o essere comunque diffusa.
Alla fine, il permesso di continuare viene accordato. Ci si è limitati a mettere i ragazzi sull’avviso. Ed essi hanno proseguito. Andando, coraggiosamente, contro corrente.


Povero mondo! Siamo nelle mani di un gruppo di ludopatici del monopoli che pur di accumulare ricchezze massacrano tutto, dalle vite agli ideali migliori. Affoghiamo nella violenza fisica e psicologica, nella schizofrenia del linguaggio orwelliano, nella liceità di ogni illecito, in questo mondo di bruttezza imbellettate a festa perenne. E siamo tutti legati ai fili dei soliti egemoni folli che spudoratamente osannano la propria potenza costata interminabili e ininterrotti fiumi di sangue. Mente i cosiddetti autodefinitisi “sovranisti” cedono loro ogni potere e ogni sovranità. Traditori del Popolo e della Patria!
…in provincia di Como un sindaco ha fatto rimuovere lo striscione con la scritta PACE disegnato dai bimbi della scuola primaria…tempi duri !
Faccio parte di una generazione che diceva di non aver vissuto la guerra, ma non ci siamo accorti che la guerra è stata sparsa e normalizzata come prassi e ideologia proprio dalla civiltà occidentale che si è definita pacifica e democratica.