C’è chi ha parlato di 15 mila persone, presenti a Catania alla manifestazione contro il genocidio e per supportare la partenza della Global Sumud Flotilla. Comunque, i partecipanti erano veramente tanti, quando la testa del corteo aveva raggiunto piazza San Placido, la coda era ancora ferma davanti al porto. Per entrare, e riempire, piazza Federico di Svevia (Castello Ursino) il corteo ha impiegato una mezz’ora abbondante.
Almeno 50 imbarcazioni, con equipaggi provenienti da 44 Paesi, tenteranno nei prossimi giorni di arrivare a Gaza per portare, alla popolazione stremata, centinaia di tonnellate di aiuti umanitari. Lo faranno supportate da un grande movimento internazionale che, dal basso, fa ciò che avrebbero dovuto fare l’ONU, o i cosiddetti stati democratici.
“Le politiche e le azioni di Israele a Gaza soddisfano la definizione giuridica di genocidio di cui all’articolo II della Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (1948)”. Lo dichiara, in una risoluzione votata il 31 agosto dai suoi 500 membri, l’International Association of Genocide Scholars (Iags), la più autorevole associazione internazionale di studiosi e accademici del genocidio nei suoi aspetti storici e legali. Il documento è stato approvato a larghissima maggioranza dall’86% dei membri.
Che si tratti di genocidio i Catanesi Solidali con il Popolo Palestinese, ovvero i promotori del corteo, l’ha denunciato subito. Non c’era, infatti, bisogno di decine di migliaia di morti, di infrastrutture distrutte per oltre il 75%, di scuole e ospedali rasi al suolo, di oltre 250 giornalisti assassinati, del blocco degli aiuti umanitari e della conseguente carestia per comprendere che l’obiettivo di Israele, a Gaza come in Cisgiordania, era, ed è, quello di espellere per sempre la comunità palestinese.
Chi ha ancora paura di pronunciare questa parola, è soltanto un complice. Come complici sono gli stati “occidentali” incapaci di condannare Israele, isolarlo politicamente, contestarne le scelte, in particolare, in politica estera. Israele, infatti, ha mano libera, può attaccare la Siria, il Libano, lo Yemen, l’Iran, assassinare esponenti politici e intellettuali di altri stati, con la plateale connivenza della comunità internazionale “democratica”. Ma, anche, con la complicità politica di chi continua a votare a favore dell’invio delle armi nei vari scenari di guerra, non chiede di condannare l’apartheid israeliana, non propone di rompere le relazioni diplomatiche ed economiche con lo stato di Tel Aviv.
In piazza Federico di Svevia, tanti interventi, di associazioni, politici e sindacati, intervallati da performances teatrali e musicali, un unico obiettivo: fare di tutto perché la Flotilla arrivi e Gaza e consegni il materiale raccolto.
Altrimenti, come affermano i portuali genovesi, “Se soltanto per 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, con le nostre compagne e i nostri compagni, noi blocchiamo tutta l’Europa”.
Buon vento Global Sumud Flotilla.
A questo link i Catanesi Solidali con il Popolo Palestinese al TG di Telecolor (3 sett, 2025) https://www.youtube-nocookie.com/embed/JQJMEQY3w08
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