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Gaza, Israele sequestra la nave umanitaria Handala e l’equipaggio. Proteste davanti alle prefetture

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Handala bloccata da forze militari israeliane - 27 luglio 2025

Sequestrata, nella notte fra sabato e domenica, dai militari israeliani, in acque internazionali, la nave Handala della Freedom Flotilla, diretta a Gaza per portare solidarietà e aiuti umanitari alla martoriata popolazione palestinese.

Latte in polvere, medicinali, pannolini e peluches per le bambine e i bambini di Gaza, la maggior parte dei prodotti. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (art. 19 Convenzione UNCLOS), nessuna forza militare ha il diritto di assalire un’imbarcazione civile in acque internazionali senza giustificazione legale, tanto più se essa è impegnata in una missione umanitaria.

I 21 i membri dell’equipaggio, di dieci nazionalità differenti, fra cui due italiani, Antonio La Piccirella, e Antonio Mazzeo, e due parlamentari di France Insoumise, stanno subendo un vero e proprio sequestro di persona.

Come già avvenuto con la nave Madleen, ancora una volta Israele viola impunito le leggi internazionali, nel silenzio complice dei cosiddetti Paesi democratici e della stessa Unione europea.

La situazione a Gaza è, se possibile, sempre più critica. Alle decine di migliaia (il 55% sono bambini, donne e anziani) di persone uccise dall’esercito, si aggiungono, poiché è impedito l’accesso di sufficienti aiuti umanitari, i disastrosi effetti della carestia, che uccide centinaia di palestinesi ogni giorno.

Inoltre, durante la distribuzione degli aiuti molto spesso l’esercito ha sparato sulla folla facendo incrementare ulteriormente il numero delle vittime. Il 92% delle unità abitative è distrutto o gravemente danneggiato e oltre un milione di persone ha bisogno urgente di un riparo, mentre solo 17 delle 36 strutture ospedaliere della Striscia sono parzialmente funzionanti e i restanti presidi sanitari non sono in grado di garantire le cure essenziali. Tra le 10.500 e le 12.500 persone, tra cui almeno 4.000 bambini, hanno urgente bisogno di essere evacuate per ricevere cure mediche non disponibili nella Striscia.

Come, peraltro, più volte rivendicato da membri del governo israeliano, è evidente che ci troviamo in presenza del tentativo di espellere, dal proprio territorio, un’intera popolazione. Siamo di fronte a un genocidio.

Un’ espulsione che non riguarda solo la Striscia. Nuove annessioni, in aperta violazione delle risoluzioni dell’ONU, stanno avvenendo in Cisgiordania e nella stessa Gerusalemme, dove si incentiva, attraverso le politiche urbanistico/abitative, la presenza della popolazione israeliana.

Ma torniamo alla Handala. Prima del sequestro, puntualmente avvenuto, l’equipaggio, aveva dichiarato che se fosse stato fatto prigioniero avrebbe iniziato uno sciopero della fame in solidarietà con la popolazione di Gaza.

Qui l’intervento di Antonio Mazzeo prima che Handala venisse sequestrata

Nel frattempo in tutto il mondo crescono le iniziative di condanna di Israele e di supporto alla Handala. Mail inviate a capi di governo e ambasciate, manifestazioni di protesta.

In Sicilia, in particolare, (Mazzeo vive a Milazzo e insegna a Messina) il Sindaco del capoluogo peloritano, Federico Basile, ha scritto: “Antonio, nostro concittadino, da sempre impegnato per la pace, la solidarietà e i diritti umani, è stato arrestato insieme ad altri attivisti dalle forze di difesa israeliane mentre si trovava in missione umanitaria. La notizia desta profonda preoccupazione e non può lasciarci indifferenti. […] La nostra città deve far sentire forte la sua voce, nel nome della giustizia e della dignità umana”.

Per la giornata di Lunedì 28 i vari Comitati siciliani di solidarietà con il popolo palestinese hanno programmato presidi sotto le Prefetture. A Catania l’appuntamento è in via Etnea, sotto la Prefettura, alle ore 18.

Verrà consegnato un documento al governo italiano, con le seguenti richieste:

  • La condanna del sequestro, l’immediata liberazione dell’equipaggio e la distribuzione degli aiuti alla popolazione di Gaza;
  • L’immediato cessate il fuoco;
  • La sospensione di tutti gli accordi, politici e commerciali, con Israele per non contribuire al genocidio e all’apartheid della popolazione palestinese;
  • Di garantire un’adeguata accoglienza sanitaria e umanitaria ai profughi palestinesi in fuga dal genocidio ed incentivare la cooperazione con i presidi sanitari nei Territori Palestinesi Occupati;
  • Di adire la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) in caso di violazioni della sovranità e dell’ordine giuridico internazionale, e la Corte Penale Internazionale (ICC) per i crimini commessi da Israele contro civili, operatori umanitari e imbarcazioni civili.

Chi volesse inviare mail di protesta può scrivere a: unita.crisi@esteri.it, gabinetto@esteri.it, stampa.farnesina@esteri.it, sgct.segreteria@esteri.it, usg@mailbox.governo.it, uscm@palazzochigi.it, segrcd@governo.it, ufficio_stampa@governo.it, uscm@palazzochigi.it, consular4@roma.mfa.gov.it, consolato.telaviv@esteri.it

Di seguito il testo proposto:

Il 26 luglio 2025, la nave umanitaria “Handala” è stata illegalmente dirottata da Israele in acque internazionali. La nave stava portando aiuti salvavita ai palestinesi di Gaza, che sono deliberatamente affamati a causa del blocco israeliano.
A bordo ci sono civili del mio Paese, tra cui Antonio La Piccirella e Antonio Mazzeo.
Come cittadino preoccupato, chiedo con urgenza un’azione decisa e forte:
1. Condannate senza esitazioni questo dirottamento illegale e questo atto di pirateria.
2. Richiedete il rilascio immediato e senza condizioni della “Handala” e garantite la sicurezza di tutti i passeggeri, in particolare dei nostri cittadini.
3. Prendete misure ferme contro Israele per la sua politica intenzionale di far morire di fame un’intera popolazione e per le sue continue violazioni del diritto internazionale.
Il mondo sta osservando. Il vostro silenzio equivale a complicità.
Cordiali saluti…

Immagine di copertina tratta da TEMPO

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