Sulla copertina, con il titolo tutto in maiuscole, l‘iniziale maiuscola di Stato si perde, ma gli autori ci tengono a metterla bene in chiaro, sottolineando il carattere dichiaratamente politico del libro.
È stato presentato martedì 29 al primo piano della libreria Feltrinelli di via Etnea, “È Stato il terremoto. Tra disinformazione e mancata prevenzione”, pubblicato da People, scritto dal sismologo e divulgatore scientifico Roberto Guardo e della moglie, Adriana Scamporrino, che invece ha formazione umanistica. I due autori hanno avuto con il pubblico della libreria un lungo e rilassato dialogo guidato e sollecitato da Giuseppe Bilotta, ricercatore dell’INGV.
Forte della differente formazione dei due autori, il libro segue due filoni: per un verso informa sugli aspetti scientifici di un fenomeno, quello dei terremoti, che in molti credono di conoscere, sfatando informazioni obsolete o francamente false; per l’altro passa in rassegna gli eventi sismici della storia repubblicana e il modo in cui essi sono stati affrontati, sia prima, al momento della prevenzione, sia dopo, quando c’è da ricostruire.
Nel raccontate il libro, i due autori danno un quadro sconfortante della gestione del territorio, in cui la facilità di attribuire a un evento catastrofico e imprevedibile la causa dei danni viene incontro alla scarsa lungimiranza di cittadini e istituzioni.
Ne emerge il paradosso che essi definiscono “del calzolaio con le scarpe rotte”: un paese all’avanguardia negli studi sismologici e al contempo drammaticamente inadeguato nell’affrontare l’evento con una logica sistemica e non solo emergenziale.
La soluzione che propongono, quella di una migliore informazione e di una narrazione non catastrofista, sembra però andare in direzione opposta allo sviluppo a cui assistiamo, in cui i corsi universitari chiudono perché poco produttivi, in termini di numeri. Inevitabile osservare che la logica di profitto immediato e scarsa lungimiranza è la stessa che si osserva nella gestione del territorio.
Non che ci sia niente di male nell’efficienza. Veniamo a sapere di quando Guardo, in Giappone, è ospite di uno che lo invita a non credere alla propaganda del governo, che racconta di aver rimesso in efficienza in due giorni un’autostrada di 600 Km dopo il terremoto del Tohoku: i giorni necessari alla riparazione, in realtà, erano stati tre, “ben il 50% in più delle dichiarazioni ufficiali!”, tuonava l’ospite di fronte all’allibito ricercatore italiano.
Tra un aneddoto e una spiegazione terminologica, tra una domanda del pubblico e una vicenda storica, c’è tempo per riflettere su un cambio di paradigma. Prevenire è diverso da prevedere: seppur non si può prevedere il terremoto, si possono prevenire i danni.
L’impegno con cui ci si lascia è quello di una maggiore consapevolezza. Viviamo in un territorio di particolare sismicità. Abbiamo il dovere di riparare queste scarpe e diffondere questo sapere.
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