I Catanesinpalestina ci parlano oggi di “Sotto il cielo di Gaza”, un libro presentato giovedì scorso presso la comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Gli autori, don Nandino Capovilla e Betta Tusset, presenti all’evento, sono responsabili della campagna “Ponti e non Muri” di Pax Christi Italia, che da 20 anni organizza “Pellegrinaggi di Giustizia” in Palestina.
Il volume nasce da conversazioni con Andrea De Domenico, alto funzionario italiano delle Nazioni Unite, responsabile dell’OCHA (Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari) in Palestina, che ad ottobre scorso non ha ottenuto il rinnovo del visto e che praticamente è stato espulso dal governo israeliano perché voce scomoda e non gradita.
Non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania e a Gerusalemme est è oggi in atto un processo di “disumanizzazione”, hanno esordito Capovilla e Tusset.
Non molti ricordano che il deprecabile eccidio del 7 ottobre 2023 veniva dopo 75 anni di conflitto e di occupazione del territorio dei Palestinesi, i cui diritti evidentemente non sono considerati pari a quelli degli altri e vengono pertanto impunemente violati.
I vari capitoli del libro, ognuno scandito dal titolo “Quando ti tolgono…” (la casa, la terra, la libertà, il pane, l’acqua, l’istruzione, la salute…), stimolano una riflessione personale in ciascuno di noi.
I dati dell’OCHA, aggiornati al 7 maggio 2025, rivelano la tragicità senza precedenti della situazione: 52.653 Palestinesi uccisi, 70% dei quali donne e bambini; 15.000 bambini uccisi; 1.172 Israeliani uccisi; 2.100.000 abitanti di Gaza continuamente sottoposti a surreali ordini di evacuazione ed esposti a condizioni di massimi livelli di insicurezza alimentare (metà della popolazione di Gaza è costituita da minori); 80% dei terreni agricoli distrutti; 95% del bestiame ucciso; 92% delle abitazioni distrutte; da due mesi nessun apporto alimentare, mentre migliaia di camion aspettano ai valichi; 418 operatori sanitari uccisi; scuole e strutture sanitarie distrutte; mancano la fornitura elettrica, i carburanti, l’approvvigionamento idrico. In assenza di un ingresso immediato di aiuti umanitari, 14.000 bambini potrebbero morire di fame in poche ore.
Una delegazione di Palestinesi (Kairos Palestina) che recentemente ha visitato alcune città italiane, ha più o meno dichiarato che “ormai noi vogliamo solo sopravvivere…”.
Le risposte diplomatiche dell’Occidente “sono fuori della realtà”. Una palese dimostrazione dell’incapacità e del silenzio delle autorità europee sono le dichiarazioni rilasciate, DOPO aver terminato il proprio mandato, dal rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE Joseph Borrell, che più o meno ha affermato nel suo discorso di commiato: “Da oggi posso cominciare a parlare. A Gaza, dove muore l’Occidente, è in corso la più grande pulizia etnica dai tempi della seconda guerra mondiale. A Gaza, le leggi internazionali sono state sepolte assieme ai Palestinesi. La politica degli Stati Uniti è incondizionatamente a favore di Israele”.
Volutamente buona parte del testo è dedicato al “diritto internazionale”, perché la conoscenza delle norme rivela puntualmente tutte le violazioni del governo israeliano. Si comprende così come tutte le misure che hanno colpito e colpiscono i Palestinesi, dalla demolizione di case agli sfollamenti, dalla limitazione alla libertà di movimento agli insediamenti dei coloni in Cisgiordania, e chi più ne ha più ne metta, siano tutte palesemente illegali.
Il governo israeliano ha pertanto creato un “ambiente coercitivo” nei confronti della popolazione palestinese, mancando clamorosamente ai propri doveri di potenza occupante. Tutto questo, nel silenzio assordante dei potenti del mondo.
Infine, hanno concluso i relatori, nel corso degli anni si è fatta sempre più strada la perversa propaganda israeliana, che ha prodotto e diffuso quelle che potrebbero chiamarsi le “storie-bugie”, come per esempio, “I Palestinesi se ne sono andati volontariamente”; “le demolizioni di case sono legittime”; “stiamo lottando contro il terrorismo”; “alcune espulsioni sono state necessarie per collocare i coloni”.
Il vivace dibattito che è seguito, tra i presenti e con gli ospiti, ha evidenziato la difficoltà di trovare proposte operative concrete, come pure le diverse sfaccettature che il dramma palestinese suscita nella sensibilità di ciascuno.
Catanesinpalestina
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