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I ‘giardini imprevisti’ di Lucia Scuderi

Già nota come illustratrice, Lucia Scuderi ha voluto mettersi alla prova come pittrice di acquerelli e inchiostri, autonomi rispetto alla parola, con la quale tuttavia dialogano. Ne è nata la mostra “Giardini imprevisti”, visitabile a Palazzo Scamacca fino al 20 gennaio.

Si tratta di opere originali, realizzate per questa occasione, tranne i pezzi esposti nella prima sala, raccolti sotto il titolo “Disseminare frammenti”: quadri di piccole dimensioni, già noti al pubblico, che ambiscono a sollecitare l’immaginario a partire da particolari che acquistano vita propria, fanno apparire bello ciò che potrebbe essere considerato brutto, o viceversa, dimostrando come possa cambiare la visione anche solo di un filo d’erba, quando è estrapolato dal contesto.

In questi piccoli dipinti, così come nei più grandi, esposti nelle altre sale, il soggetto è sempre il mondo vegetale. Sono rami che si intrecciano, grovigli di erbe che mescolano i loro colori e fanno immaginare una composizione di odori, sono radici che affondano nel terreno. Sono pietre laviche all’interno delle quali si fanno spazio piccole piante che cercano la luce e si aprono un percorso all’interno di un materiale duro e apparentemente inospitale.

Non è una pittura naturalistica quella di Scuderi, che afferma di dipingere non soggetti reali, ma una natura immaginaria che tuttavia ella conosce bene, fin nei minimi particolari, grazie all’esperienza, al contatto, ed anche al suo lavoro di illustratrice.

Talora con colori forti e contrastanti, esaltati da una vivida luce mediterranea, talora con colori ‘nordici’, più sfumati, i suoi quadri sono frutto di una visione della natura di cui l’autrice mira a cogliere l’essenziale, ma sono anche frutto, forse inconsapevole, di una cultura che ha richiami letterari.

Non stupisce, infatti, che Scuderi sia laureata in lettere con una tesi su Calvino. Non stupisce sentirle dire che i suoi “Giardini imprevisti” non sono spazi organizzati e controllati dall’uomo, come siamo normalmente abituati a pensarli, ma grovigli spontanei e imprevedibili di vegetazione.

La natura che Scuderi racconta nei suoi quadri è, infatti, una realtà dinamica, non statica, e viene da lei rappresentata solo in parte, per lasciare spazio all’immaginazione.

Lo spiega agli ospiti che vistano la mostra e a cui dedica tempo e attenzione, a maggior ragione se sono dei bambini che vengono da lei accompagnati e stimolati perché possano esprimersi facendo emergere interrogativi e sensazioni.

Scuderi ha chiesto una reazione, non tanto ai suoi dipinti quanto all’esperienza del giardino, anche ad alcuni amici scrittori. Con i loro brevi testi, che racchiudono emozioni, ricordi, racconti, affioranti dalle memorie dei giardini di casa o dall’immersione nei colori e negli odori di un bosco, Scuderi ha arricchito il suo catalogo.

Troviamo le firme di Nadia Terranova, Beatrice Masini, Chiara Carminati ed altri. Ed una conversazione con Mercedes Auteri, docente di storia dell’arte e saggista, con la quale la pittrice discute del propro lavoro e del rapporto tra uomo e natura.

Il catalogo non è quindi solo una raccolta di immagini ma un vero e proprio libro che parla di Lucia e forse apre a sviluppi ulteriori della sua arte.

Argo

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  • Una ricerca visiva e introspettiva stupendamente bella che estasia, inquieta e interroga chi intercetta queste opere che vanno assolutamente conosciute insieme a colei che le ha create!!...

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