Tossicodipendenze, perchè la Sicilia non faccia crack

Che fine ha fatto la proposta di legge sulle dipendenze patologiche elaborata dagli studenti di Giurisprudenza dell’Università di Palermo guidati dalla docente di Sociologia del diritto Clelia Bartoli? Il disegno di legge “Dalla dipendenza all’interdipendenza” è stato presentato a luglio 2023, ricevuto con interesse dall’intergruppo dell’ARS sulle dipendenze giovanili, sostenuto dalla commissione antimafia, dalle famiglie colpite da dipendenze patologiche, dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice.

Ha alle spalle l’attività di SOS Ballarò, oltre 30 associazioni collegate in una rete di soccorso civico con gli abitanti e i commercianti dello storico mercato di Palermo, l’impegno de ‘La casa di Giulio’, associazione fondata da Francesco Zavatteri dopo la tragica morte del figlio, non ancora ventenne, ucciso da una overdose di crack, e di altre realtà impegnate sul fronte della tossicodipendenza.

Si tratta di una legge che Bartoli definisce “innovativa e complessa”, pensata per garantire “la cura sociale e sanitaria di tutti coloro che sono investiti dal fenomeno”. Prevede un sistema di prevenzione, trattamento, riduzione del danno e inclusione sociale per le dipendenze patologiche, colmando una grave lacuna.

In Sicilia manca sia una legge quadro sulle dipendenze patologiche sia un’articolazione normativa regionale dei relativi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Una carenza normativa che aggrava la carenza di fondi, personale e servizi.

L’età dei consumatori intanto si è abbassata, con ragazzini che comiciano ad assumere sostanze anche a 12 anni. E intanto crescono i consumi di stimolanti, allucinogeni, cocaina, oppiacei, ma soprattutto di crack, la sostanza sempre più diffusa tra i giovani per il suo basso costo e la facile reperibilità, che provoca immediata assuefazione e danni gravissimi anche dopo le prime assunzioni.

Che i dati siano in crescita ce lo dice la Relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, realizzata dal Dipartimento per le politiche antidroga, e lo conferma il monitoraggio del Sistema nazionale di allerta precoce (Snap).

Qualcosa, sul territorio, tuttavia, si muove. A settembre è stata attivata a Palermo una prima unità mobile, con la presenza in strada di una équipe mista di operatori specializzati, a novembre è stato costituito un Coordinamento che ha dato vita alla manifestazione del 5 dicembre (La Sicilia ha fatto Crack) per sollecitare l’approvazione del disegno di legge, attualmente in mano agli assessorati regionali alla salute, famiglia e istruzione.

Un impegno, questo, che rimane al centro degli obiettivi del Coordinamento per il 2024, nella prospettiva di creare un canale diretto con l’intergruppo parlamentare sulle tossicodipendenze e di difendere il carattere popolare della legge.

Nel frattempo ci si propone di ampliare la rete di contatti sul territorio, soprattutto con le realtà dell’Albergheria. E si sta prendendo in considerazione la possibilità di avviare corsi sul tabagismo e interventi nelle scuole, e di organizzare eventi di formazione.

Argo

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