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I giudici e la manifestazione delle idee

Paolo Borsellino vince nel 1963 il concorso per entrare nella magistratura italiana, nel 1975 viene trasferito presso l’ufficio istruzione del tribunale di Palermo. Rocco Chinnici lo chiamò a far parte, con Falcone, Di Lello e Guarnotta, del pool antimafia, che fu diretto, dopo l’assassinio di Chinnici, da Antonino Caponnetto. Il maxiprocesso di Palermo e, successivamente, la morte prima di Falcone e poi di Borsellino sono incisi profondamente nella nostra storia. Quanto il nostro Paese sia in debito nei confronti di questi magistrati nessuno può osare metterlo in dubbio.

Oggi, una giudice di Catania, Iolanda Apostolico, che ha emesso un’ordinanza decisamente sgradita al governo, viene attaccata non per il merito del provvedimento, ma per ciò che ha espresso in quanto libera cittadina. Non solo il governo, ma anche autorevoli (si fa per dire) commentatori hanno sostenuto – bontà loro – che, certo, la giudice può manifestare le proprie opinioni, ma l’aver esercitato questo diritto e non aver apprezzato le politiche di Conte e Salvini sui migranti (caso Diciotti) le avrebbe dovuto consigliare di astenersi nella valutazione di un caso giudiziario che riguardava i migranti e le ultime disposizioni legislative del governo Meloni. Noi, peraltro, continuiamo a essere in attesa della ricerca degli scafisti lungo tutto il blocco terracqueo.

Cosa c’entra tutto questo con Borsellino? Apparentemente nulla. Ricordiamo, però, che il giudice palermitano non ha mai nascosto le sue simpatie politiche e, da magistrato, è più volte intervenuto in manifestazioni politiche organizzate dall’allora Movimento Sociale Italiano, “progenitore” di Fratelli d’Italia. Ne ricordiamo alcune:1989, Palermo, convegno su: “1992: in Europa senza mafia”; 1990, Roma, “Stato e criminalità organizzata: chi si arrende?”; 1990, Siracusa, Festa nazionale del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI) dove pronunciò parole “profetiche”: “Potrei anche morire da un momento all’altro, ma morirò sereno pensando che resteranno giovani come voi a difendere le idee in cui credono: ecco, in quel caso non sarò morto invano.”

Nessuno mai utilizzò queste scelte di Borsellino né per delegittimarlo, né per porre limiti a ciò di cui potesse occuparsi come magistrato. Nessuno mai pensò che intervenire all’interno di un consesso politico ne avesse ridimensionato l’imparzialità o rimesso in discussione la credibilità. Ed è giusto che sia così, tutt’altra cosa, ovviamente, quando un magistrato decide di intraprendere la carriera politica.

Chiediamo, perciò, a tutti coloro che in queste ore esprimono sdegno e preoccupazioni, ma che, ripetiamo, giustamente non contestarono mai Borsellino per le sue partecipazioni a eventi politici, se oggi non provano almeno un po’ di vergogna nell’applicare in modo così violento, rozzo e discutibile la politica dei due pesi e delle due misure.

Nella foto, pubblicata sul Secolo d’Italia del 19 luglio 2023, Borsellino alla festa nazionale del Fronte della Gioventù a Siracusa (1990)

Argo

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  • Liberi i magistrati di intervenire e dire la loro sia sul provvedimento emesso e criticato sia sulle posizioni politiche dei governanti di destra o di sinistra. Vorrei solo fare una precisazione: parlare e polemizzare sull' esistenza della destra o delle sinistra non mi pare utile e conducente. Allo stato delle cose il governo attuale, a prescindere dalle facce esposte , non credo abbia un preciso colore. Può essere qualificato di destra od anche di sinistra senza intaccare la tradizionale suddivisione che affascina il popolo degli intellettuali. Il riconoscimento dei diritti essenziali e fondamentali della persona non può essere accampato dalla sinistra ufficiale italica sol che si abbia riguardo alle precedenti posizioni politiche , attenuate con il crollo del muro di Berlino. Fino al 98 la sinistra italica ha sorretto sul suo groppone idee illiberali e condannabili, nell'oggi, sol che si voglia agganciare la vita di quel che resta della vecchia sinistra a principi liberaldemocratici che i socialisti italici tentarono di importare. Lasciandoci le penne.

  • Approfittando di questo bell'articolo (e di quello precedente) sul tema, vorrei manifestare la mia solidarietà alla dott. ssa Apostolico.
    Elvira Iovino

  • E allora? C'è un video di cinque anni fa che improvvisamente esce fuori da un cilindro magico, un video che con un certo interessato accanimento, nei più di parte, viene interpretato come piace a loro, cioè a sfavore della imparzialità del magistrato, più in là si vedrà se l'interpretazione è giusta.
    Ma io nonostante il video ripeto: E allora!
    La sentenza del giudice non è corretta? Si fa ricorso e si annulla o si cambia o si corregge. La cosa è la normalità in un paese democratico: se il giudice sbaglia si corregge. Se chi fa ricorso è il governo poi il ricorso sarà adeguato alle leggi in vigore.
    Il video che aggiunge o toglie a questo assioma.
    Solo la delegittimazione del giudice, null altro.
    Cosa più importante chi ha dato il video a Salvini. Come ne è giunto in possesso.?
    E ancora che centra Salvini con questa storia… mah!, sto Salvini è un grande non c’è che dire, .. Ha la stessa grandezza della gramigna.

    • Credo che il problema sia ancora più grave di quanto accennato nel pur bellissimo articolo su Argo: non si tratta della libertà di pensiero o di manifestazione dei Magistrati, e neppure dell’opportunità per essi di partecipare ad un’iniziativa politica. Occorre innanzitutto contestualizzare l'evento. C'ero anch'io alla "manifestazione " nel porto di Catania del 25agosto 2019. Si chiedeva di far scendere sulla terraferma qualche centinaio di emigrati e profughi bloccati - illegittimamente a mio avviso - sulla nave Diciotti per decisione dell'allora Ministro dell'Interno Salvini. Si respirava un clima gioioso, quasi da scampagnata: c'era un pò di tutto, certamente militanti di sinistra, ma anche semplici cittadini catanesi, anche di destra, famiglie con bambini, preti, suore, ragazzi scout, frati francescani, mossi tutti da un elementare sentimento di pietà e di solidarietà nei confronti di persone umane, non di criminali, costretti da più di 10 giorni a girovagare per il Mediterraneo. Peraltro la giustezza dell'obiettivo di quella manifestazione è dimostrato dal fatto che dopo qualche ora, per intervento della Magistratura, gli emigranti sono stati fatti scendere dalla nave. La manifestazione, se non ricordo male, indetta originariamente per accogliere festosamente questi nostri fratelli, vittime di angherie in Libia e di naufragio con rischi di annegamento, assume ben presto carattere politico dopo il diniego del Ministro di far scendere a terra gli emigranti. Peraltro, da quel giorno prese via la costituzione della rete "Restiamo umani" che raggruppa associazioni e movimenti pacifisti, ecologisti, di sinistra, ma anche non, come Emergency, Pax Christi, Parrocchie, Comitati di quartiere, ecc.
      Altra questione è il dossieraggio, in puro stile di Servizi deviati, nei riguardi dalla giudice Apostolico, che si era permessa di emanare un Provvedimento non in linea con la volontà del Governo.
      Molto più grave è poi la gogna mediatica a cui è stata sottoposta la giudice Iolanda Apostolico, sui social della destra, con foto sue e del marito.
      Ultima questione è l’utilizzo di foto, appartenenti sicuramente all’archivio delle Forze di Polizia, per un uso esclusivamente politico da parte di un Ministro che intende, in tal modo, impostare la sua campagna elettorale per le prossime elezioni. Se le cose stanno in questi termini ci sarebbero pure profili di reato per il Ministro Salvini.

  • Nelle manifestazioni del MSI i partecipanti offendevano o insultavano le forze dell'ordine ? Credo di no. Credo che una persona delle istituzioni sia essa un magistrato , un politico , un amministratore debba tenere un comportamento rispettoso oer il proprio ruolo e per ciò che rappresenta. Questo non vuol dire non avere o non potere esprimere le proprie opinioni ma semplicemente farlo in contesti opportuni. Più in generale ritengo che è stata persa la misura del rispetto e del confronto democratico per lasciare spazio all'offesa e allo scontro.

    • @ Francesco Pappalardo,
      purtroppo i suoi ricordi, rispetto alle manifestazioni del MSI, non sono esatti. Infatti, il MSI promosse cortei e manifestazioni dove avvennero episodi che andarono ben al di là delle offese verbali. Ne indico uno, particolarmente grave e drammatico, che smentisce inequivocabilmente il suo incipit.
      Così Wikipedia:
      I vertici del MSI-DN e del Fronte della Gioventù avevano indetto per il 12 aprile [1973] una manifestazione a Milano con lo scopo di "dimostrare contro la violenza rossa".
      Il prefetto di Milano pose però il veto all'evento per gravi motivi di ordine pubblico.
      I manifestanti, nonostante il divieto, si radunarono ugualmente, capitanati dal vicesegretario Franco Servello, dall'onorevole Francesco Petronio e da Ignazio La Russa, all'epoca leader del Fronte della Gioventù di Milano, e marciarono verso la prefettura. La parata fu caratterizzata da numerosi atti di violenza e di teppismo.
      Lungo via Bellotti, dalla folla vennero lanciate due bombe a mano contro le forze dell'ordine ferendo con la prima un passante e un poliziotto; la seconda invece colpi al petto l'agente Antonio Marino, di 22 anni, uccidendolo. Altri dodici celerini furono travolti dalle schegge, riportando ferite di varia entità.
      Per completezza d’informazione, queste le conclusioni:
      La magistratura chiese l'autorizzazione a procedere contro Servello e Petronio: la Camera dei Deputati ritenne che non vi fossero gli estremi e tutelò i due deputati negando il permesso per le indagini. Il 26 maggio 1978 con sentenza del Tribunale di Milano i dirigenti locali missini venivano assolti dalle accuse di aver organizzato deliberatamente gli scontri.
      In sostanza, una situazione non paragonabile da nessun punto di vista con quanto avvenuto al porto di Catania durante una pacifica manifestazione che contestava l’illegittimo trattenimento di 150 migranti sulla Motovedetta Diciotti della Guardia Costiera.

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