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Il viaggio di Maria

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Per iniziativa dell’Associazione Culturale Darshan, nel suo trentennale, la musica de Il Viaggio di Maria ha percorso le ampie navate della Chiesa di San Nicolò l’Arena nella quieta sera di venerdì 23 dicembre.

L’interpretazione di Etta Scollo, nel Trio formato con Fabio Tricomi (strumenti antichi e tradizionali) e Daniel Moheit (fisarmonica), rende con straordinaria intensità l’universalità della storia di quel viaggio, una migrazione forzata, difficile, dolorosa, ostacolata soprattutto da indifferenza e indisponibilità all’accoglienza.

I brani scelti per il concerto, tratti dall’album che ha lo stesso titolo tranne due di cui diciamo più avanti, perlopiù non sono melodie ascoltate nelle chiese bensì nelle piazze e nelle strade siciliane.

L’album è “dedicato ai popoli, alle loro donne e ai loro bambini, che da tempo immemorabile vagano verso l’imminente futuro”. Molti i canti di pastori: all’ingresso il Trio percorre la navata centrale al suono della cornamusa, segnando una continuità che attraversa venti secoli.

La tenera descrizione dell’incarnazione di Gesù in Si fici già omu è seguita dall’allegra nenia A Nannaredda, a ritmo di tarantella, che invita al ballo piuttosto che al riposo e con vivacità rende la gioia per il bambino appena nato. Non sono mancati canti di antica tradizione, in particolare Natus est, un canto gregoriano senza accompagnamento musicale, tratto dal cosiddetto Troparium de Catania del XII secolo.

Ciò che accomuna questa tradizione alla musicalità dei canti pastorali è la semplicità armonica che, nell’evoluzione storica di questi canti del folklore siciliano, si è via via arricchita di timbri e sonorità diverse, dallo splendore dell’oud di eredità araba alla leggerezza di flauti e violini. Il canto del pastore racconta della vita solitaria del pastore, che piange quando nevica ed è felice quando mangia la ricotta fresca delle sue pecore, e con leggera ironia sulla popria condizione conclude “cu mancia maccarruna si cunsola e cu si curca ‘n terra non sparda li linzola”.

Lo sfondo del concerto è stato arricchito dalla proiezione di belle foto di Giuseppe Leone, in bianco e nero, evocative di vari momenti della vita nella Sicilia del secolo scorso, perfettamente in tema con il racconto delle Novene reso in musica.

Non tratto dall’album ma pienamente nel solco del folklore siciliano, Signuruzzu chiuviti chiuviti non è stato solo un omaggio a Rosa Balistreri: l’anno che è passato ha mostrato la nuda tragedia della siccità prolungata, e proprio nel bacino del Mediterraneo, tra Africa ed Europa, la relazione tra siccità e migrazioni si fa drammatica.

La struggente intensità dell’interpretazione che Etta Scollo ha dato di questo canto pareva avere toccato il massimo dell’emozione trasmessa al pubblico, e però…

Il bis, richiesto con insistenza dai presenti, ha portato un surplus di emozione: Donna vita libertà, l’invocazione delle donne iraniane, da poco messa in musica e pubblicata in rete da Fabio Tricomi e Azadeh con testo bilingue, italiano e iraniano, ha dato il colpo finale di un concerto che una cara amica presente ha definito “immenso”. Come lo spazio che gli ha dato casa.

4 Comments

  1. Il concerto è stato davvero emozionante! Immensi Etta Scollo e Fabio Tricomi, bravissimo il fisarmonicista. Insieme hanno realizzato una magia che ha incantato noi spettatori

  2. /Avevo già avuto notizia di questo bellissimo concerto e mi ero affrettata a congratularmi con la carissima Etta..
    Mi sono quindi soffermata a riascoltare ” Il viaggio di Maria” che mi è stato regalato , con la stessa emozione di sempre.
    Seguo costantemente i concerti di questo validissimo gruppo cui auguro sempre maggiori riconoscimenti e successi.

    Maria Amato Campanile.

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