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Istituto Penale Minorile, essere reclusi e ricordare Capaci

C’erano anche alcuni ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni di Catania alla manifestazione del 23 maggio, in memoria della strage di Capaci. Non come spettatori ma come protagonisti, sul palco, in cima alla scalinata del Palazzo di Giustizia, decorata per l’occasione dagli studenti del liceo artistico Emilio Greco.

Hanno cantato alcune canzoni d’autore di cui avevano riscritto i testi mettendoci dentro se stessi, i propri sogni, i propri sentimenti. E lo hanno fatto non per dimostrare di essere bravi, loro che al massimo, per propria ammissione, avevano canticchiato fra sè e sé sotto la doccia, ma per rispondere ad una proposta dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM).

La proposta è pervenuta, in concreto, da parte di Simona Lojacono, magistrata e scrittrice, che già in passato ha coinvolto i ragazzi dell’Istituto in attività creative, a lei congeniali.

Per questo progetto, denominato “Puoi decidere se rinascere”, avevano mostrato interesse diversi giovani reclusi, ma in concreto ha partecipato un gruppo di sei ragazzi che si è lasciato coinvolgere con entusiasmo dall’iniziativa, come accade più facilmente nei gruppi poco numerosi, non a caso preferiti in IPM per realizzare le varie attività.

In piazza Verga, lunedì pomeriggio, erano presenti solo tre di questi giovani, quelli che si trovano nella condizione giuridica di poter uscire dall’Istituto, ma al lavoro preparatorio hanno partecipato attivamente tutti e sei.

Dovevano riscrivere le parole di alcune canzoni note, “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, “Passerà” di Baldi, “Fai rumore” di Diodato, “Cocciu d’amuri” di Lello Analfino, “Hallelujah” di Leonard Coen.

E lo hanno fatto mettendosi in gioco, parlando di sè, delle persone care perdute per strada e richiamate alla memoria da una foto, scrivendo dediche ai propri figli, il regalo più importante ricevuto dalla vita, quello che ha cambiato la prospettiva, illuminato il buio, facendo ricominciare a sognare.

Hanno parlato della nostalgia per chi è lontano e non possiamo più vedere, degli errori fatti che ci tolgono il sonno, ma anche del cambiamento possibile, del futuro migliore che può nascere in una notte buia.

Si sono scoperti poeti quando hanno definito le parole come “lacrime e farfalle che danzano tra noi”, e filosofi quando hanno affermato che sei tu che “puoi decidere se nascere o morire sempre”.

Hanno espresso la propria gratitudine per le ‘persone speciali’ che si possono incontrare anche in un luogo di pena e privazione della libertà, persone che ci possono aiutare a conoscerci meglio e a ritrovare speranza nel futuro.

Un grazie, quindi, anche agli educatori, che in modo attento e costante li affiancano quotidianamente, trovando una spalla anche negli agenti della polizia penitenziaria, la cui comandante era in prima fila tra il pubblico in piazza Verga.

Non sappiamo se dappertutto è così, ma qui a Catania, seguiamo da anni il lavoro instancabile, creativo, che si svolge in IPM per offrire – a dei ragazzi che vengono, per lo più, da realtà deprivate – esperienza formative importanti, a tratti anche coraggiose, dalle lezioni di vela alla scrittura creativa, dalla realizzazione di un film, alla sartoria, alla cucina. E tanto altro ancora.

E per realizzare questi progetti, accanto alla presenza costante degli educatori, c’è sempre quella degli esperti competenti del ramo, che collaborano su base volontaria o all’interno di progetti finanziati da alcuni enti.

Nel caso del tretesimo anniversario della strage di Capaci, la competenza musicale è stata offerta da Damiano Restuccia e Giulia Parisi, coinvolti per la prima volta nella collaborazione con l’Istituto ma che hanno dimostrato sensibilità e interesse, riuscendo a creare con i ragazzi un forte rapporto empatico.

Consapevoli del tipo di manifestazione a cui venivano chiamati a partecipare, ma anche timorosi al pensiero dell’impatto con il pubblico, i ragazzi hanno concluso con grande emozione e con notevole soddisfazione questa esperienza, vissuta come una prova importante da superare. E sono stati davvero felici di esserci riusciti.

A beneficio dei compagni che non hanno potuto essere presenti all’evento e per coinvolgere tutti gli altri ragazzi ristretti, lo spettacolo sarà riproposto, in scala ridotta, all’interno dell’Istituto, nei primi giorni di giugno.

Argo

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