Urbanistica a Catania, su via Acireale una precisazione che non precisa

Il tasto dei permessi per costruire si rivela sempre ‘sensibile’ e suscita spesso reazioni vivaci, come è accaduto sui social anche nel caso delle ristrutturazioni, in violazione delle norme urbanistiche, segnalate due giorni fa.

Ma in questo caso c’è di più. Sull’intervento edilizio di via Acireale, della società Zefiro Holding srl, su cui i consiglieri pentastellati catanesi hanno presentato una interpellanza, è arrivato anche il riscontro dei tecnici dello Studio Base51, che hanno elaborato il progetto.

Con una nota, che riportiamo a questo link, inviata anche ad Argo, essi rivendicano la legittimità dell’intervento proposto e quindi del permesso per costruire ricevuto.

Legittimità che ritengono fondata su un comma della legge regionale 16/16 che, nell’interpellanza viene “omesso di citare”, non si sa se “per imperizia, incompleta conoscenza della materia o per altre immanifestate volontà”.

Si tratta del comma 4 dell’art. 4, che consentirebbe interventi di ristrutturazione edilizia, anche con demolizione e riscostruzione e incrementi di volumetria, nel caso di vincoli decaduti da oltre tre anni.

Nel comma citato si legge che “sono consentiti anche gli interventi di cui alla lettera f) del comma 1 dell’art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica n.380/2001”, in cui – però – gli interventi consentiti sono non di ristrutturazione edilizia ma di “ristrutturazione urbanistica”, che prevede “un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale”.

E’ come se il legislatore volesse ricordare che, nel caso in cui si intenda modificare la destinazione di un’area destinata a servizi, nel caso di vincoli all’esproprio già decaduti, bisogna prendere in considerazione non soltanto un singolo edificio ma tutta l’area, tutta la città. Anche perché le modifiche proposte devono tener conto degli standard urbanistici (ad esempio la quantità di spazi destinati a verde pubblico) ed eventualmente riequilibrarli.

E a Catania abbiamo già standard urbanistici non rispettati.

Nella nota degli archietti di Sudio Base 51 si fa riferimento anche ad una recente sentenza del Tar di Catania che avrebbe “novellato” (vale a dire modificato) la legge, sebbene sia noto che una singola sentenza di un Tar periferico, che peraltro può essere riformata da un giudizio di grado superiore (Consiglio di Stato o CGA), non può novellare una legge.

E poi di quale sentenza del Tar si tratta? Nella nota non se ne segnalano numero e data.

E’ difficile, infine, ravvisare, nella interpellanza pentastellata, affermazioni che siano lesive “della rispettabilità, dell’onorabilità e del prestigio professionale degli scriventi professionisti”, come denunciato dai progettisti, che minacciano addirittura di “adire alle vie legali”. Non si danno valutazioni sulla qualità della progettazione, ma sulla liceità della sua approvazione.

L’interlocutore degli interpellanti è, infatti, l’Amministrazione. La verifica della legittimità del progetto che viene presentato compete, infatti, al dirigente dell’Urbanistica che rilascia il permesso di costruire.

E di permessi non rispettosi delle norme, come abbiamo visto, ne vengono rilasciati più di uno.

Argo

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  • una delle strane caratteristiche della politica sicula è quella di dire le cose in maniera acconcia e tale da non disturbare le orecchie della persona cui i commenti sono rivolti. I giovani rampanti che dall'interno della Sicilia sono venuti a Catania per costruire le Torri meriterebbero il confino .Ho avuto una polemica con una solo sostenitrice e devo confessare di essermi trovata davanti ad un vecchiume di vecchia data. Dicono che vogliono innovare tutto; rinnovare; demolire e rifare una nuova città. Ovviamente i nostri sono ignoranti in tema di urbanistica. Pensano solo di vivere a Dubai de non sanno di nuotare in una fogna. Dicono di voler costruire, mettere su mattoni su mattoni e poi realizzare torri svettanti sulle macerie di ciò che hanno demolito. Sono solo poveri ignoranti che sconoscono il significato insito nella gestione del territorio che proprio in questo periodo deve necessariamente essere tutelato e mantenuto integro nel rispetto degli standard urbanistici. Questi ragazzotti di periferia vanno cacciati via.

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