E se al prosciugamento ha certo contribuito la mancanza di piogge degli ultimi mesi, il problema più grosso è quello relativo ai prelievi effettuati. Da parte di chi? In quale quantità sono stati autorizzati? Per quale scopo?
Mancanza di acqua, pesci morti sul letto asciutto del fiume, assenza di uccelli migratori: ad essere messo in crisi è un intero ecosistema. Come Argo ha già scritto.
Attingono al fiume contadini e pastori, ma il prelievo maggiore è quello fatto dalla Siciliacque, autorizzata dalla Regione con una concessione i cui termini non sono ben noti e dovrebbero essere rivisti.
A lanciare l’allarme è stato il Comunicato di alcune associazioni ambientaliste, WWF Sicilia nord-orientale, Circolo Legambiente Taormina/Valle dell’Alcantara, CAI Catania e Messina, LIPU Catania, FederEscursionismo, che si sono incontrate qualche giorno fa a Francavilla di Sicilia e che adesso annunciano di voler presentare un esposto alle Procure di Catania e Messina.
Ma si potrebbe sospettare che si siano svegliati solo nel momento in cui la notizia ha cominciato a circolare e a fare scalpore.
Eppure non si tratta di un fenomeno improvviso e imprevedebile. Il monitoraggio, la vigilanza, i controlli o non ci sono stati affatto o sono stati inadeguati e poco efficaci. Per quieto vivere, per evitare conflitti con poteri di ordine superiore, per perseguire interessi di bottega… Non sappiamo.
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